
Transenne e lavori per la Vacs tra via Cavour e piazza San Marco: correva il 2024
Firenze, 11 settembre 2025 – La resa dei conti, in questo caso, è arrivata nero su bianco: una class action da 1,5 milioni di euro è stata notificata agli uffici dello Sviluppo Economico del Comune di Firenze, accompagnata da una formale diffida. A firmarla, davanti a un notaio, sono stati quindici commercianti di piazza San Marco e via Cavour, supportati da Confcommercio e assistiti legalmente dall’avvocato Pier Ettore Olivetti Rason. Al centro della disputa i mancati rimborsi della Tari e della Cosap per i disagi patiti durante i cantieri della linea tramviaria Vacs, la Variante per il centro storico e l’azzeramento dei guadagni nel periodo in cui le attività sono rimaste intrappolate dalle transenne.
In concreto, si tratta di 3 anni e 4 mesi di lavori, durante i quali – lamentano gli esercenti – il Comune avrebbe riconosciuto ristori solo per il primo anno. All’appello mancano 26 mesi, e la cifra che secondo le attività è rimasta scoperta si aggirerebbe intorno ai 500mila euro, a cui si somma un milione richiesto per i mancati incassi. “Ci hanno dato solo briciole. Non volevamo arrivare a tanto, ma ci siamo trovati con le spalle al muro”, racconta uno dei commercianti coinvolti. La questione, che serpeggiava da mesi nei corridoi di Palazzo Vecchio, è esplosa formalmente con l’avvio dell’azione collettiva.
Una mossa drastica, che però potrebbe ancora rientrare: l’assessore Jacopo Vicini ha infatti già convocato per mercoledì prossimo un incontro con la Direzione Risorse Finanziarie del Comune per cercare un accordo. Non è esclusa una proposta di saldo e stralcio (da inserire nella delibera dei ristori per viale Europa): si parla di un possibile rimborso da 200 o 300mila euro totali, per chiudere la controversia senza finire in tribunale. Il problema, fanno sapere fonti interne, è che le risorse per coprire Tari e Cosap del triennio 2022-2024 (anche se promesse dalla precedente amministrazione) non sarebbero mai state stanziate. Una dimenticanza pesante, che rischia ora di avere ripercussioni non solo economiche, ma anche politiche. A cercare di riportare il confronto su binari più concilianti è Confcommercio, che si è schierata apertamente con i negozianti. “È una vicenda che si trascina da troppo tempo – afferma il direttore regionale Franco Marinoni – e che merita una rapida composizione. Da una parte c’è chi ha fatto opere pubbliche importanti, dall’altra chi ha subito per anni disagi enormi e un calo drammatico degli incassi. Siamo convinti che si possa risolvere tutto senza arrivare in aula: la causa sarebbe una sconfitta per tutti”.
Più cauto l’avvocato Olivetti Rason, che per il momento preferisce non commentare pubblicamente, segno che la trattativa è ancora in corso. Ma è evidente che i rapporti tra i commercianti e l’amministrazione siano tesi come non mai. Negli uffici di Palazzo Vecchio, dove la class action è arrivata come un macigno, si lavora freneticamente per evitare un processo che potrebbe costare caro non solo in termini economici, ma anche d’immagine.
“Abbiamo lavorato tra rumori, transenne e marciapiedi chiusi, senza certezze e con pochi aiuti – racconta un altro negoziante – mentre i clienti sparivano e le spese restavano”. La sensazione diffusa tra le attività di piazza San Marco e via Cavour è di esser state dimenticate. Ora, con l’azione legale avviata, si chiede solo equità. “Non cerchiamo favoritismi – precisano – ma un risarcimento proporzionato al danno subito”. E aggiungono: “Non si possono avviare interventi così impattanti scaricando tutto il peso sui piccoli imprenditori”.