REDAZIONE SIENA

Pelletteria di lusso, evasione fiscale milionaria nel distretto della pelle: 5 indagati

Sequestri per oltre 1,1 milioni a una società di Piancastagnaio. Coinvolti imprenditori italiani e cinesi che operavano secondo un sistema di aziende “apri e chiudi”, nate e chiuse in tempi brevi con l’obiettivo di accumulare debiti verso lo Stato senza adempiere agli obblighi fiscali

Un'immagine dei militari della guardia di finanza durante un controllo

Un'immagine dei militari della guardia di finanza durante un controllo

Siena, 3 settembre 2025 – La guardia di finanza ha acceso i riflettori sul distretto emergente della pelletteria di lusso del Monte Amiata, dove cinque imprenditori risultano indagati dalla procura di Siena per evasione fiscale ed emissione di fatture false.

Al centro dell’inchiesta una società di Piancastagnaio, ritenuta responsabile di aver dichiarato costi fittizi attraverso fatture per operazioni inesistenti. Nei suoi confronti è stato disposto un decreto di sequestro preventivo per 1,184 milioni di euro – pari all’imposta evasa – che ha colpito quote societarie, un’auto, una motocicletta, un appartamento a Figline Valdarno e diversi conti correnti.

Secondo gli investigatori, l’imprenditore italiano a capo della società, con interessi tra Firenze e Siena, avrebbe fatto ricorso a fatture emesse da quattro ditte individuali gestite da altrettanti imprenditori cinesi, in passato suoi dipendenti. Le imprese, con sede tra Calenzano (Firenze) e Piancastagnaio, pur prive di patrimonio e strutture adeguate, avevano gonfiato rapidamente il volume d’affari accumulando un debito fiscale di 2,6 milioni di euro.

L’inchiesta ha così fatto emergere un sistema tipico delle cosiddette aziende “apri e chiudi”, nate e chiuse in tempi brevi con l’obiettivo di accumulare debiti verso lo Stato senza adempiere agli obblighi fiscali.

La società di Piancastagnaio, che riforniva principalmente distributori collegati a marchi di prestigio, è ora chiamata a rispondere anche dell’illecito amministrativo legato alla responsabilità degli enti, previsto dal decreto legislativo 231/2001.

La tenenza di Chiusi Scalo ha denunciato l’imprenditore italiano per dichiarazione fraudolenta, avendo utilizzato fatture false per un ammontare di 2,63 milioni di euro nel quinquennio 2019-2023.