Firenze, 2 settembre 2025 – Si è conclusa ieri sera a Barcellona la latitanza di Bobo Jiang, 38 anni, considerato il punto di riferimento della criminalità cinese a Prato e a Milano nello spaccio di droghe sintetiche e nella contraffazione di documenti.
Il boss era evaso lo scorso 10 luglio in maniera rocambolesca dalla questura di Prato, riuscendo a liberarsi dalle manette mentre si trovava in stato di arresto insieme alla moglie. Da allora aveva attraversato mezza Europa, spostandosi tra Italia, Belgio, Spagna e Francia, protetto da una fitta rete di fiancheggiatori.

La cattura a Barcellona
A fermarlo sono stati gli agenti del Grupo Fugitivos della polizia spagnola, in collaborazione con la squadra mobile di Prato e il servizio centrale operativo della polizia. Jiang è stato bloccato in strada, in carrer de Sant Antoni, nel quartiere Sants della capitale catalana. Decisivo, per seguirne i movimenti, è stato il tracciamento dei tabulati telefonici.
L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’operazione coordinata dalla procura di Prato, guidata da Luca Tescaroli, che ha sottolineato come Jiang abbia “uno spiccato profilo criminale, dato che rappresenta un riferimento per lo spaccio di stupefacenti e la contraffazione”.
Dopo l’evasione, Jiang si era spostato prima in Belgio, poi in Spagna, rientrando nuovamente in Belgio e tornando ancora in Spagna. Successivamente era passato in Francia, tra Perpignano e Le Boulou, prima di rifugiarsi di nuovo a Barcellona, dove la sua latitanza si è conclusa dopo appena due mesi.
Il successo dell’operazione è stato possibile grazie alla cooperazione internazionale di polizia, con il supporto di Eurojust e delle autorità giudiziarie belghe e spagnole.
Un curriculum criminale pesante
In Italia da circa dieci anni, Jiang aveva costruito la sua posizione criminale grazie a ingenti disponibilità economiche e a una rete capillare di appoggi. Era un fornitore di droghe sintetiche nei locali Karaoke Tv (Ktv) frequentati dalla comunità cinese, spesso luoghi di consumo di droga e prostituzione.
Aveva precedenti per spaccio, detenzione illegale di armi, ricettazione e reati contro il patrimonio. Nel febbraio 2024, durante una perquisizione, era stato trovato in possesso di metanfetamina, armi da fuoco, machete, coltelli e strumenti da scasso.
Il 10 luglio scorso, al momento del suo ultimo arresto, era stato sorpreso in un appartamento di Prato con la moglie, mezzo chilo di droghe sintetiche, cocaina, 4.000 euro in contanti e un passaporto falso di Taiwan. Nonostante fosse ammanettato, era riuscito a liberarsi e a scappare, approfittando anche della carenza di organico della questura pratese.
Con la cattura a Barcellona si chiude la fuga di Jiang, ma resta aperto il capitolo giudiziario: sul boss pendono infatti due mandati di arresto europeo emessi dall’autorità giudiziaria di Prato, che ora ne chiederà l’estradizione.
Le congratulazioni di Donzelli
"Siamo grati alla Squadra mobile di Prato, allo SCO della Polizia di Stato e alla Procura di Prato per la cattura avvenuta a Barcellona di Bobo Jang, boss della mafia cinese radicata a Prato, accusato di reati gravissimi ed arrestato e poi evaso l’11 luglio scorso. Un’operazione avvenuta grazie all’intenso lavoro degli inquirenti e alla collaborazione delle autorità internazionali. A loro vanno le più sentite congratulazioni per aver individuato, nonostante le coperture di cui gode, questo pericoloso esponente della criminalità organizzata finalizzata al traffico di droga”, scrive in una nota il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.