
Città della Pieve, le indagini dei carabinieri. Le due vittime, di 16 e 29 anni, hanno confermato di aver subito aggressioni in distinti episodi, uno dei quali segnato dallo spaccio di cocaina.
Accuse pesantissime: violenza sessuale verso due donne, una delle quali minorenne, cessione di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale. Così è stato arrestato - in carcere - un trentenne albanese, già noto alle forze dell’ordine, al termine di una complessa attività investigativa condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Città della Pieve e coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia. Al centro della vicenda vi sono due donne, di 16 e 29 anni, rintracciate dagli inquirenti dopo che nella comunità si era diffuso più di un sospetto di episodi poco chiari e di presunte molestie. Voci che hanno preso sempre più forma.
Da qui sono scattati gli accertamenti e sono state sentite le due vittime che hanno confermato di aver subito molestie sessuali in distinti episodi, uno dei quali anche segnato dallo spaccio di una dose di cocaina. In particolare, la minorenne ha raccontato di essere stata toccata nelle parti intime dal 33enne, che l’avrebbe bloccata con forza e avrebbe anche tentato di baciarla, mentre la giovane sarebbe stata afferrata con violenza al collo, immobilizzata e infine baciata dall’uomo.
Il provvedimento restrittivo, dettato dal pericolo di reiterazione – secondo il Gip del Tribunale di Perugia – e la pericolosità del soggetto, è arrivato in esito alle indagini che hanno delineato una condotta ritenuta particolarmente grave e pericolosa. L’episodio conclusivo si è verificato quando i Carabinieri hanno tentato di fermarlo per un controllo. Il trentenne ha opposto una violenta resistenza, tentando di sottrarsi e reagendo con aggressività nei confronti dei militari. Dopo una colluttazione, i Carabinieri sono riusciti a immobilizzarlo e a condurlo in caserma. Il fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Perugia ha portato alla convalida dell’arresto e alla disposizione della custodia cautelare in carcere.
Le indagini restano in corso: si tratta ora di approfondire la successione dei fatti, raccogliere ulteriori prove e verificare la possibile esistenza di altre vittime o episodi non ancora denunciati. La vicenda ha suscitato forte attenzione per la gravità delle accuse e per l’età delle vittime coinvolte, una delle quali minorenne. Elementi che rendono ancora più rilevante il lavoro svolto dai Carabinieri di Città della Pieve, intervenuti con tempestività in un contesto delicato. Le autorità giudiziarie e investigative hanno sottolineato come casi di questo genere mettano in evidenza la necessità della denuncia immediata e della collaborazione da parte della cittadinanza.