MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Politiche climatiche. Il nuovo approccio pisano per la lotta ai cambiamenti

Lo studio della Sant’Anna: "Colmare il divario tra i decisori nazionali e locali. Un sistema sinergico che può ridurre del doppio le emissioni di Co2".

Francesco Lamperti, professore ordinario dell’Istituto di Economia della Sant’Anna

Francesco Lamperti, professore ordinario dell’Istituto di Economia della Sant’Anna

PISA

"La parola chiave di questo studio è coerenza: vogliamo rendere coerenti le informazioni dei vari enti che a vari livelli, si occupano del contrasto ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è unire mondi a oggi disconnessi per avere a tutti i livelli politiche più efficaci e sostenibili". Così Francesco Lamperti, docente ordinario dell’Istituto di Economia della Scuola Sant’Anna, ha spiegato lo studio che lo vede come autore. Una ricerca che punta a colmare il divario tra quanto viene deciso ad alti livelli e quanto è poi possibile effettivamente attuare nei singoli Paesi per affrontare le sfide climatiche.

Professore, perché questo nuovo approccio è così utile?

"Perché sfruttia i singoli punti di forza dei diversi approcci attuali, prendendo il meglio da ciascun modello e mettendoli in dialogo tra loro".

Cosa significa concretamente “mettere a dialogo” approcci differenti?

"Un esempio: vogliamo capire come un obiettivi di lungo termine - come quelli dell’agenda Europea 2050 - possa produrre ricadute sui mercati mensili o sul tessuto economico di un territorio. Nessun singolo modello è in grado di restituire questa complessità. Ma accoppiandoli in modo mirato, riusciamo a dare un quadro più realistico di come le politiche climatiche funzionano su scale diverse".

E quali vantaggi pratici può offrire un’analisi a più livelli?

"Enormi. Considerare le interazioni tra scale diverse, sia macro che micro, potrebbe accelerare la riduzione delle emissioni anche fino al doppio rispetto agli approcci attuali. Ma soprattutto riduce il divario tra ciò che viene deciso nelle commissioni e ciò che i territori riescono a mettere in pratica".

In effetti spesso i responsabili locali faticano a riconoscersi negli scenari globali.

"Esatto. È un limite che frena l’attuazione delle misure. Intanto alluvioni e incendi legati al cambiamento climatico continuano a battere record. Per questo serve coerenza: un flusso di connessioni tra i diversi livelli decisionali, dal comune fino alle istituzioni europee".

Quindi tutto passa dall’informazione coerente?

"Assolutamente. Senza di essa, le politiche rischiano di non essere accettate dalle comunità e di generare effetti collaterali indesiderati".

Quindi l’obiettivo non è solo scientifico, ma anche politico.

"Esattamente. Questo approccio è essenziale per dare slancio alle politiche climatiche e fornire ai decisori strumenti mirati, coerenti e utilizzabili. Solo così possiamo avvicinarci a soluzioni realmente eque, efficaci e sostenibili".