MATTEO ALFIERI
Cronaca

Invasione di granchi blu: “Ormai sono anche in mare. Li peschiamo a 8 metri di profondità”

Guerrieri (cooperativa San Leopoldo): “Reti danneggiate, ma la natura troverà un equilibrio. A rischio pure le seppie”

Il granchio blu ha ormai invaso i nostri mari

Il granchio blu ha ormai invaso i nostri mari

Grosseto, 19 agosto 2025 – “I granchi blu? Sono diventati una dannazione”. Non ci gira tanto intorno Massimo Guerrieri, ex ricercatore marino del consorzio Unimar, che si occupa dei piani gestione del Ministero, oggi pescatore della Cooperativa San Leopoldo a Marina di Grosseto. Un’oasi felice, fino a qualche anno fa. Ma che adesso deve fare i conti con il ‘Callinectes Sapides’, più comunemente conosciuto come granchio blu specie aliena invasiva, che dalle coste atlantiche americane, ha infestato anche il Mediterraneo.

Approfondisci:

“No alla pesca a strappo”: le guardie del Wwf a difesa della fauna ittica

“No alla pesca a strappo”: le guardie del Wwf a difesa della fauna ittica

La situazione, in questa parte finale d’estate, dà preoccupazione: “Prima - prosegue Guerrieri - si trovavano solo nei fiumi, fino a 3-4 anni fa. Poi sono arrivati nelle foci, ma non si spingevano oltre i tre metri d’acqua. Adesso li peschiamo anche a otto metri di profondità”. Il che comporta una serie di problemi non indifferenti, non solo per i pescatori, ma anche per chi decide di farsi un bagno rinfrescante: “Nel mare si trovano le femmine che depongono le uova - aggiunge - Purtroppo i danni che stanno facendo sono molti. Ad iniziare dalle attrezzature: pensi che ogni volta che si prende un granchio blu nella rete, lì si forma un buco. E i pesci che rimangono nelle nasse vengono spolpati. Purtroppo quando una bestia vorace del genere inizia ad occupare una nicchia ecologica, possiamo fare ben poco”. La situazione è drammatica: ogni volta che caliamo le reti peschiamo circa 150 esemplari di granchi blu. Ora ce ne sono davvero troppi. Quindi oltre il danno alla pesca c’è anche quello alle attrezzature. E per i pescatori i costi diventano insostenibili a fronte di poco guadagno”.

Approfondisci:

L’incubo del granchio blu: è tornato in laguna, ora Orbetello trema

L’incubo del granchio blu: è tornato in laguna, ora Orbetello trema

La preoccupazione sale: “Diverse le questioni sul tavolo - prosegue il pescatore - gli ambienti umidi, come la laguna di Orbetello, sono sovraccarichi di granchi blu. Si pensava che non attaccassero le anguille e invece è già una specie a forte rischio ma dobbiamo guardare anche oltre. Quali saranno gli effetti in mare?”. I risultati iniziano ad essere chiari: “Mangiano tutto. I granchietti non ci sono più. Stanno occupando una nicchia ecologica e la stanno sovrasfruttando. Il mio pensiero e quello di tutti va alle seppie e alle loro uova. Cosa succederà se questi granchi dovessero cibarsi anche di quelle. Anche la seppia diventerebbe una specie a rischio”. Domande. Che non hanno risposte.

“Toglierli? Una partita persa - aggiunge Guerrieri - L’unica cosa che possiamo fare è adottare sistemi integrativi per il sistema pesca. Perchè poi come tutte le cose che non sono parte integrante di un ecosistema, troverà il suo equilibrio. Prima o poi. Sicuramente questa specie ha distribuzione e una capacità di talmente elevata che non ce la puoi fare”. Secondo Guerrieri bisogna iniziare a capire che “l’ambiente va condiviso”.

Come successe con i pesci gatto, i siluri e il gambero killer. Stanno arrivando altre specie aliene ma è il frutto della globalizzazione. Nel sud Italia c’è il pesce scorpione, che è velenoso e dà problemi di carattere neurale. Sta arrivando anche un gambero, il Peneus Atzeco, che raggiunge anche i due etti di peso. Queste specie - chiude Guerrieri - sono ormai arrivate e determinano indubbiamente un’evoluzione degli equilibri in mare. La natura alla fine riesce sempre a trovare un equilibrio. Dobbiamo solo aspettare e sperare che le cose non peggiorino”.