
Il granchio blu è tornato nella laguna di Orbetello
Orbetello (Grosseto), 18 luglio 2025 – Come in una partita di Risiko, il granchio blu sta conquistando voracemente la laguna di Orbetello. I numeri parlano chiaro: se nel corso di tutto il 2023 i pescatori della cooperativa orbetellana ne avevano pescati centoventi quintali, nel giro di pochi giorni, quest’anno, ne hanno presi più di trecento. La morìa del 2024 ha ucciso ogni potenziale predatore per le uova del granchio blu e ogni femmina di questa specie può arrivare a deporne fino a cinque milioni. In pratica, la specie aliena arrivata dalla costa atlantica statunitense nel Mediterraneo, probabilmente attraverso le acque di zavorra delle navi cargo, si è riprodotta in massa e sta facendo fuori tutto il resto che con difficoltà cerca di ripopolare la laguna: anguille, avannotti, piccoli di orate e cefali.
Se da una parte i cambiamenti climatici stanno ridisegnando la flora algale, spingendo alla sopravvivenza solo quelle specie più ‘attrezzate’ a certe temperature, il granchio blu rischia davvero di colonizzare le acque lagunari.
E non solo. Perché è solo grazie alle chiuse e agli sgrigliatori se non si è ancora riversato sulla costa esterna, andando a infestare le spiagge, con conseguenze disastrose anche per il turismo. «La situazione – afferma Pier Luigi Piro, presidente dei ’Pescatori’ – è diventata estremamente grave. La laguna è piena di granchi blu. Dopo la morìa del 2024 non ci sono orate e quindi le uova di questa specie infestante non vengono predate. Le femmine vanno a deporre le uova in prossimità delle foci, finora siamo riusciti a evitare che se ne vadano a mare, come avvenuto in altre zone d’Italia dove hanno dovuto interdire la balneazione, perché questi granchi sono aggressivi e se la prendevano persino con i piedi dei bagnanti».
Le spiagge di Orbetello al momento sono al sicuro, ma non la pesca.
«In questi giorni – spiega ancora Piro – stiamo facendo un tentativo per venderli a una ditta che li porta all’estero. In queste quantità l’unica alternativa è smaltirli come rifiuti, perché non è pensabile di commercializzarli su scala locale. Se ne vendono pochi e a prezzi troppo bassi affinché il consumo locale possa essere una soluzione». L’idea che potesse diventare un ‘prodotto tipico’ ha retto per poco. La curiosità di assaggiarlo ha favorito in un primo momento le vendite, ma le quantità sono aumentate a dismisura e l’interesse verso questo prodotto è scemato subito. Vendere in blocco a un’azienda che lo commercializzi all’estero è l’unica alternativa allo smaltimento. Ma il problema della pesca resta, perché dopo la disastrosa morìa del 2024 ripopolare la laguna diventa impossibile se la proliferazione di questa specie aliena non viene in qualche modo fermata.