PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Uccise la zia nel negozio, la perizia sul nipote: “Vizio parziale di mente. Pericoloso e cosciente”

Mattia Scutti, 22 anni, le sparò quattro colpi di pistola poi si barricò in casa. Incidente probatorio, per lo psichiatria può sostenere un processo

Uccise la zia nel negozio, la perizia sul nipote: “Vizio parziale di mente. Pericoloso e cosciente”

Firenze, 18 luglio 2025 – Ha una capacità di intendere e di volere scemata, ma rimane socialmente pericoloso e in grado, al momento, di partecipare coscientemente al processo a suo carico. È in estrema sintesi la perizia di Rolando Paterniti, psichiatria e psicoterapeuta, nominato dal giudice Gianluca Mancuso per stabilire se Mattia Scutti, 22 anni, fosse capace di intendere e di volere quando, il 17 ottobre scorso, ha sparato e ucciso la zia, Laura Frosecchi, 55, nel forno “Da Graziella“ di Chiesanuova, frazione di San Casciano.

Ieri, all’aula 8 del tribunale di Firenze in presenza dei legali di parte civile Francesco Maresca, Sigfrido Fenyes e Francesco Bellucci, si è tenuto l’incidente probatorio durante il quale il dottor Paterniti ha spiegato per circa un’ora il risultato del suo lavoro. A partire dalla diagnosi della patologia psicotica: riconosciuta come un grave disturbo paranoide della personalità, con un “esordio schizofrenico”. Paterniti ha puntualizzato che il quadro clinico è comunque in divenire, e la patologia, vista anche la giovane età del ragazzo, potrebbe mutare con il passare del tempo.

Ad oggi invece, il 22enne conserverebbe un “elevato” indice di pericolosità sociale, anche in considerazione del fatto che è fermamente “convinto della giustezza della sua azione” e soprattutto delle “motivazioni” che hanno fatto da detonatore nella sua mente.

Quali sono? Le maldicenze, l’odio e le critiche che la zia avrebbe riversato e “messo in giro” nel piccolo paese sul suo conto e su quello della madre. Di questo Scutti rimane convinto e crede, secondo quanto emerge dai colloqui, di aver fatto “giustizia” sparando alla zia e finendo con un ultimo colpo alla gola per evitargli ulteriori sofferenze.

Sul piano della messa in atto dell’omicidio, invece, Scutti ha mostrato “organizzazione e determinazione”. Quella mattina si è alzato e ha deciso di farlo. Senza averci pensato fino a quel momento, si legge nelle sue dichiarazioni. Così ha preso la vecchia pistola, una “Fegyvergyar Budapest” semiautomatica di fattura ungherese, regalatagli da un anziano del paese e si è recato nel forno della zia. Una volta dentro ha “chiesto scusa a due clienti per quello che stava per fare” e colpito Laura Frosecchi con quattro colpi di pistola. Verso la zia, Scutti prova ancora oggi “un acceso risentimento”, e nono prova sensi di colpa per quanto fatto, se non quello indirizzato alle “conseguenze personali” che ora patisce, ovvero la reclusione a Sollicciano e le scarse possibilità di vedere la mamma (della quale si considera una sorta di ’protettore’).

Il giovane, infine, ha passato un’infanzia turbolenta. Traslochi, cambi di scuola, ma soprattutto presunte violenze del padre sulla madre. Scutti, secondo il perito, ha sofferto molto questa situazione familiare, in particolare le violenze che la madre e lui avrebbero più volte subito da parte del padre (che in passato ha sofferto di una dipendenza dalla cocaina). Eventi che sono culminati con un aggressione – o solo tentata, le testimonianze sono contrastanti – nel confronti del padre, e il ricovero di Scutti per undici giorni (nel marzo del 2023) nel reparto psichiatri dell’ospedale di Ponte a Niccheri.