REDAZIONE FIRENZE

Tassa di soggiorno evasa. Stangata per l’albergo. Dovrà versare 150mila euro

La Corte dei conti ha condannato un hotel a erogare a Palazzo Vecchio le imposte non pagate e non chieste agli ospiti. Sanzionato anche un ostello

L’hotel ha anche cambiato tre società nel giro di quattro anni

L’hotel ha anche cambiato tre società nel giro di quattro anni

Firenze, 16 settembre 2025 – Quattro anni di ’buco’, tre società cambiate, e tante, troppe tasse di soggiorno non versate. È la situazione di un boutique hotel quattro stelle in una delle vie principali di Firenze. La Corte dei conti gli contesta dal 2019 al 2023 oltre 156mila euro di imposte di soggiorno non erogate in favore del Comune di Firenze. Nella sentenza si legge che il lussuoso albergo avrebbe cambiato proprietà per ben tre volte: in particolare si sarebbe verificato una passaggio di società nel 2022 tra padre e figlio. In totale, solo le due gestioni, avrebbero ’eluso’ più di 100mila euro.

La procura erariale, si legge, “ha dedotto che le tre aziende che si sono succedute non hanno mai reso le dichiarazioni di presenza mensili fino a tutto il mese di dicembre 2023”. L’attuale proprietà, invece, “ha iniziato a fare le comunicazioni e a operare i riversamenti dovuti al Comune solo dal 2024, ma a valere unicamente su tale ultima annualità”.

L’indagine è partita da una segnalazione della polizia municipale del dicembre 2023. Come risulta nelle carte, i soggetti coinvolti non avrebbero “adempiuto agli obblighi conseguenti alla gestione, non avendo reso al Comune le comunicazioni delle presenze e non avendo provveduto all’applicazione dell’imposta di soggiorno agli ospiti, né alla sua riscossione e al correlato riversamento periodico, né tanto meno alla contabilizzazione e rendicontazione previsti a loro carico in connessione con l’attività di maneggio di denaro a destinazione pubblica”, si legge nella sentenza.

Per i giudici non può essere tenuta in considerazione nemmeno l’attenuante “che i convenuti non fossero consapevoli degli obblighi posti a loro carico”, dato che “sono tipici dell’attività da questi svolta e che, peraltro, dovevano quanto meno averne avuto ulteriore conferma dall’attività amministrativa svolta dall’Agenzia delle entrate con la notifica di avvisi di accertamento esecutivo per evasione dell’imposta di soggiorno, peraltro non opposti”.

Il collegio di magistrati, quindi, tenuto conto anche della flessione delle occupazioni nel periodo pandemico del 2020 – 2021, ha calcolato il danno subito dal Comune di Firenze per mancata entrata in 156.133,40 euro.

Vicenda analoga, ma con numeri decisamente più bassi, per il proprietario di un ostello fiorentino. Sempre la Corte dei conti, lo ha condannato a versare circa 20mila euro di imposta di soggiorno non versata dal 2018 al 2020. All’esito dell’attività istruttoria, è emerso che il gestore non ha dichiarato le presenze di clienti e quindi la municipale per quantificare l’imposta di soggiorno non versata ha assunto come parametro il numero dei posti letto della struttura e la percentuale di saturazione delle strutture ricettive presenti nel territorio comunale nel periodo di esercizio.

Infine, per i giudici, il “ soggetto ha volutamente omesso di riversare all’ente locale destinatario i proventi della tassa di soggiorno, con comportamento connotato dalla volontà di disattendere un obbligo di servizio, che ha determinato il mancato introito nelle casse comunali di quanto dovuto nel periodo contestato a titolo di imposta di soggiorno”, si legge nelle sentenza

Pie.Meca.