TERESA SCARCELLA
Cronaca

Giovane rapinato dal branco. La mamma scrive alla sindaca: “Firenze non è più una città vivibile”

Venerdì notte, di ritorno dal Central club in zona Cascine, in tre lo hanno accerchiato e gli hanno rubato i soldi e il cellulare, poi ritrovato in un bidone della spazzatura. “Per fortuna mio figlio non ha reagito”

Il giovane ha denunciato tutto alla polizia che ha ritrovato il cellulare all’alba, era in un cassonetto (foto d’archivio)

Il giovane ha denunciato tutto alla polizia che ha ritrovato il cellulare all’alba, era in un cassonetto (foto d’archivio)

Firenze, 15 settembre 2025 – “Chi dice che questa città è sicura, vivibile. Chi dice che va tutto bene, non ha veramente il polso della situazione. Vuol dire che non la vive veramente, la osserva da un punto di vista diverso dai cittadini”. È lo sfogo che una mamma affida a La Nazione, tra l’esasperazione e lo spavento per quanto accaduto, e una punta di acidità per i dati diffusi pochi giorni fa dal comitato per l’ordine e la sicurezza, che raccontano una Firenze più sicura, con i reati in calo, ma che evidentemente arrivano come note stonate alle orecchie dei cittadini. Specie dopo brutte esperienze personali vissute in una zona che, a onor del vero, resta ancora zona rossa per la microcriminalità.

Venerdì, in piena notte, la donna si è vista chiamare dal figlio di vent’anni che l’avvisava di essere stato appena rapinato. Era andato con gli amici al Central Club, in una zona - il parco delle Cascine - che ormai obbliga i genitori alle dovute raccomandazioni. “Gli avevamo detto di non allontanarsi dagli amici, di fare attenzione e non passare per i giardini” spiega la mamma. A nulla, però, sono serviti consigli. Terminata la serata, intorno alle 4, il gruppetto si mette in cammino verso casa (nessuno ha voluto prendere la macchina per non dover rinunciare a un drink). All’altezza di ponte alla Vittoria, il ragazzo incontra due conoscenti e si stacca dal gruppo per un saluto veloce. Rimane indietro, giusto il tempo di venire accerchiato da tre soggetti, cittadini stranieri, che gli portano via lo smartphone e i soldi rimasti in tasca dalla serata, 40 euro. “Per fortuna mio figlio non ha reagito - commenta la signora -. Ha dato loro quello che volevano ed è scappato”.

Poi la chiamata a casa col cellulare di un amico, la denuncia alla polizia e via alla ricerca dello smartphone fino all’alba. “Ne abbiamo seguito le tracce in su e in giù per la città - racconta ancora - Poi alle 6 la polizia lo ha rintracciato grazie a un operatore ecologico. Lo aveva trovato per terra, accanto a un bidone della spazzatura. Tutto è bene quel che finisce bene, ma il problema qui è un altro”.

Ed ecco che si ritorna al discorso iniziale. Al netto dei dati ufficiali, la percezione del pericolo è un’altra. “Alcuni quartieri sono molto peggiorati negli ultimi due anni - è l’opinione della signora - le Cascine sono terra di nessuno a qualsiasi ora. Sono indignata del disinteresse della politica, basita che non si possa più uscire e frequentare locali a vent’anni. Ho scritto anche alla sindaca e chissà se mi risponderà. Ai miei tempi non esistevano certi rischi. Ci stanno togliendo la libertà. Da una parte ci riempiono di regole: ci parlano di vivibilità, di qualità della vita. E poi la tramvia diventa mezzo di trasporto per la delinquenza e a vent’anni non si è liberi di uscire con gli amici, si rischia la vita per nulla”. Anche per un paio di cuffie, com’è successo l’anno scorso a Milano. Firenze è poi così diversa?

Teresa Scarcella