BARBARA BERTI
Cronaca

Inquilino moroso, l’odissea di Gea: "Per riavere casa ci ho messo 5 anni. Sfratto rinviato per ben 15 volte"

La locataria: "All’inizio mi sono fidata. Ma dopo i primi mesi l’affittuario non ha più pagato. Il figlio e il cane usati come scudi. Non mi sono sentita tutelata da chi avrebbe dovuto farlo".

Uno dei tanti tentativi di sfratto con la presenza delle forze dell’ordine non andato a buon fine

Uno dei tanti tentativi di sfratto con la presenza delle forze dell’ordine non andato a buon fine

Quasi cinque anni di carte bollate, quindici tentativi di sfratto, migliaia di euro andati in fumo. è l’odissea – ora terminata – dell’avvocata fiorentina Gea Mostardini che aveva affittato una casa di sua proprietà a una giovane coppia. "Sono arriva alla fine di questa brutta storia solo grazie alla mia caparbietà. In tutto questo tempo non mi sono mai sentita tutelata di chi avrebbe dovuto farlo" dice la donna che adesso si ritrova la casa vuota ma "in condizione pessime, sembra sia passata un’orda di barbari". Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo all’inizio. Era il 2019 quando l’avvocata decide di affittare l’appartamento di via Passavanti alle Cure a una giovane coppia con un bimbo appena nato: due stanze, più cucina e un piccolo resede al piano terra. Sulla carta, e Gea lo sapeva fin dall’inizio, una soluzione perfetta da affidare al business degli affitti brevi. Ma l’avvocata agisce d’istinto e fa una scelta controcorrente. "Che non rifarò mai più" precisa adesso spiegando che aveva optato per affittare l’immobile alla coppia con regolare contratto registrato e cedolare secca.

"Quattro anni più quattro, la classica formula. E per giunta a una cifra onesta, 750 euro al mese. Lì per lì mi sono fidata, tanto da non chiedere neppure le fideiussioni. Avevo soltanto invitato la coppia di avvisarmi nel caso di difficoltà nei pagamenti: i problemi si potevano affrontare e risolvere insieme" racconta la donna. Tutto fila liscio per un anno. "Poi smettono di pagare l’affitto, non vedo più un euro. A quel punto decido di riprendermi la mia casa" spiega. Così l’avvocata inizia l’iter per recuperare l’immobile. Ma con l’atto di sfratto per morosità in mano nulla cambia e si passa allo sfratto con la forza pubblica. "Ogni volta che arrivavano gli agenti il padre andava a prendere il figlioletto all’asilo e lo portava in casa. In presenza di un minore non si può procedere. E questo accade una, due, tre... tutte le volte. Durante un tentativo in cui il piccolo non c’era la coppia ha fatto trovare in casa un cane. E neanche in questi casi si può intervenire: avrei dovuto chiamare il veterinario comunale e prendermi in carico l’animale" spiega la donna. Il tempo passa, i tentativi per rientrare in possesso della casa si moltiplicano e Gea scrive anche al Comune. Addirittura minaccia di incatenarsi per protesta. "Ma solo quest’estate, dopo che la coppia ha trovato una casa a canone calmierato in un’altra zona della città, sono tornata in possesso del mio appartamento. Forse se i servizi sociali fossero intervenuti questa brutta vicenda si sarebbe conclusa molto prima" conclude l’avvocata che adesso "dovrò spendere altri soldi per ristrutturare l’appartamento".

Barbara Berti