REDAZIONE FIRENZE

Ponte all’Indiano. Stop a bus e camion fino al 31 ottobre

Proroga necessaria per ulteriori accertamenti tecnici

Sul ponte all’Indiano lo stop ai mezzi con massa superiore alle 3,5 tonnellate è stato prorogato fino al 31 ottobre

Sul ponte all’Indiano lo stop ai mezzi con massa superiore alle 3,5 tonnellate è stato prorogato fino al 31 ottobre

Anche se i lavori di messa in sicurezza sono terminati da settimane, il viadotto all’Indiano resta parzialmente interdetto. Il divieto di transito per i mezzi con massa superiore alle 3,5 tonnellate – compresi quindi autobus, camion e furgoni più pesanti – è stato prorogato fino al 31 ottobre. Una decisione arrivata nella serata di ieri da Palazzo Vecchio, proprio nel momento in cui, secondo il cronoprogramma iniziale, il ponte avrebbe dovuto tornare pienamente operativo. Il motivo? La necessità di "ulteriori accertamenti tecnici". A spiegarlo, nero su bianco, è una comunicazione interna di Autolinee Toscane inviata a tutti i propri autisti. In quel documento si legge che il blocco rimarrà in vigore "finché i tecnici incaricati dal Comune non avranno completato le prove strumentali di approfondimento sulla struttura". In sostanza, si tratta di una fase di verifica post-intervento, una sorta di collaudo esteso che serve ad accertare in modo definitivo la tenuta e la sicurezza del ponte, prima di riaprire alla circolazione dei mezzi pesanti.

Il prolungamento dello stop ha però un impatto diretto sulla mobilità urbana: la linea 5 degli autobus continuerà a bypassare il viadotto, seguendo quindi un percorso alternativo. Una deviazione che comporta tempi di percorrenza più lunghi, maggiore affollamento nelle ore di punta e inevitabili disagi per l’utenza. Per cercare di mitigare questi effetti, l’amministrazione comunale e Autolinee Toscane ne hanno implementato le corse in modo da garantire un servizio più efficiente nonostante la deviazione forzata. Tuttavia, il prolungamento dello stop ha già sollevato malumori tra pendolari e residenti della zona ovest della città che lamentano un servizio meno diretto e più lento rispetto al consueto. L’auspicio, ora, è che le verifiche si concludano entro ottobre, come previsto, e che si possa così ripristinare la piena fruibilità del ponte senza ulteriori proroghe.

"Il percorso alternativo allunga i tempi di percorrenza – racconta Luca Giordano del sindacato Cobas – perché per evitare il ponte all’Indiano, da Peretola dobbiamo andare verso porta a Prato e poi prendere il ponte alla Vittoria, quindi viale Talenti, seguendo più o meno il tragitto del tram". Già in estate, con il traffico ridotto e le scuole chiuse "abbiamo accertato che una corsa si allungava anche di mezzora. E, infatti, l’azienda ci aveva chiesto di anticipare l’entrata in servizio di 25 minuti, dietro riconoscimento di straordinari. Ma spesso la prima corsa del mattino saltava" aggiunge Giordano ricordando che domani il sindacato ha indetto 24 ore di sciopero anche per queste difficoltà "che alla fine ricadono sull’utenza, bisognerebbe riorganizzare meglio il servizio". Al fianco dei Cobas Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune: "Proporremo al Comune una riflessione urgente, a partire dal tema del ponte all’Indiano e dell’impatto dei cantieri su chi ogni giorno garantisce i servizi di At, con numerose criticità, a cui la politica potrebbe e dovrebbe trovare soluzioni".