EMANUELE BALDI
Politica

Sfida al posto in paradiso. Elezioni regionali: i duelli città per città con l’orologio che corre

Depositati tutti i candidati al consiglio regionale tra sorprese e veleni. La scommessa civica di Tomasi contro lo storico granaio di consensi Dem

Da sinistra, Antonella Bundu, Eugenio Giani e Alessandro Tomasi

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Firenze, 14 settembre 2025 – Liste firmate e timbrate: la griglia di partenza è, dalle 12 di ieri, tutta quanta nero su bianco. La battaglia elettorale, dai contorni definiti last minute e con il fiatone a sinistra come a destra, può ora iniziare. Un mese spaccato al voto regionale – alle urne il 12 e 13 ottobre – e i due principali sfidanti affilano le armi.

C’è Eugenio Giani, governatore uscente e favoritissimo al picchetto, con il suo Campo largo di imposizione schleiniana (imbarazzi pentastellati annessi). Con lui corrono – oltre ovviamente al Pd – anche Avs, i 5 Stelle e il listone del presidente che incamera Italia Viva, +Europa, Partito Socialista Italiano, repubblicani e i civici. Lo sfida, di rincorsa, Alessandro Tomasi, sindaco meloniano di Pistoia, sostenuto da Fdi, Lega, Forza Italia e Noi Moderati e dalla sua civica “E’ora” (ieri la beffa ’casalinga’ con la non ammissione – ricorso in vista – della stessa proprio a Pistoia per carenze di documentazioni). Due gli outsider. Antonella Bundu, volto della sinistra dura e pura, per Toscana Rossa e l’ultimo arrivato in ordine di tempo, il medico no vax Carlo Giraldi, ex primario di neuropsichiatria di Lucca.

Il centrosinistra

Avanti nei sondaggi di diversi punti percentuali, vedrà un Pd che, anche se vincitore, dovrà rinunciare a diversi scranni perché la torta, stavolta, va divisa. Le proiezioni si attestano sui 16/17 seggi e stavolta i dem hanno anche optato per il listino bloccato dove figurano Iacopo Melio (volto dei diritti civili, oltre 11mila preferenza in dote), consigliere uscente, Simona Querci, membra della segreteria regionale quota Furfaro, e il sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti. Una scelta non casuale, quest’ultima. Con lui il territorio di Massa-Carrara, destinato a perdere un seggio causa listino (tanti i malumori, anche in area fiorentina...) avrà una sua rappresentenza.

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Altrove? Sfide all’ultima preferenza. A Firenze il duello è tra due figure vicinissime alla sindaca Sara Funaro: Cristina Giachi (capolista) e l’ex assessore comunale allo sport, Andrea Vannucci. In corsa anche Luca Milani, quota Schlein, forte nell’associazionismo. Può sperare, lui, nello scatto di un secondo. Nel collegio Firenze 2 scalpita Simona Spinelli. Brenda Barnini, anche lei riformista doc, è il volto forte dell’Empolese.

Nella dirimpettaia Prato l’ex sindaco Matteo Biffoni, ancora popolarissimo, per ’colpa’ dell’abito riformista deve cedere alla schleiniana Marta Logli lo scettro di capolista. Scettro che, non senza forti maldipancia locali, si è preso a Pistoia il giovanissimo Bernard Dicka, delfino gianiano. Il collegio senese schiera Simone Bezzini, assessore uscente alla sanità con in tasca la deroga. La stessa che ha Leonardo Marras nel suo feudo grossetano. Pisa è un caso a parte: città commissariata dal Nazareno, capolista (Matteo Trapani) cambiato all’ultimo tuffo per mettere una toppa alla ridda tra Alessandra Nardini e la pontederese spinta dalla Valdera Sonia Luca, ad Arezzo Benedetta Croci, a Lucca Mario Puppa.

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Derby di Italia Viva in riva all’Arno tra Stefania Saccardi, vice di Giani, e Francesco Casini, ex dem, già sindaco di Bagno a Ripoli, folgorato sulla via di Matteo (potrebbe entrare anche arrivando dietro Saccardi se la stessa rientrasse in giunta). La sensazione è che all’interno della civica del governatore uscente sia tutta una ’faccenda renziana’. Il frontman di Avs è invece Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino nonché nemico giurato dell’ampliamento di Peretola (priorità invece dei dem). I Cinque Stelle arrivano alla sfida lacerati da una lotta intestina tra favorevoli e (i duri e puri) contrari al campo largo. Figura di punta è Irene Galletti, capogruppo uscente, candidata in tre collegi: Lucca, Pisa e Massa Carrara dove è capolista.

Il centrodestra

Fratelli d’Italia, anche in caso di sconfitta di Tomasi, dovrebbe contare su un bel boccone di dieci seggi, forse undici se la civica del sindaco di Pistoia non dovesse sfondare e non lo facesse neanche Toscana Rossa. A Firenze c’è in pole nella lista Jacopo Cellai, figlio d’arte e militanza ventennale in Palazzo Vecchio. Lo insidiano Alessandro Draghi, vicepresidente del Consiglio comunale e stavolta in corsa senza ’padrini’ ufficiali e il giovane marcheschiano Matteo Chelli. Nell’Empolese c’è Federico Pavese mentre a Prato – a provare a ricucire gli strappi dell’abito FdI dopo gli stacci volati nel ’caso Cocci’ – scende in campo, un po’ in chiave di garante, la parlamentare Chiara La Porta.

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Tra gli uscenti Vittorio Fantozzi, già sindaco di Montecarlo, si riprende la testa del collegio lucchese. Stesso discorso per Alessandro Capecchi a Pistoia e Diego Petrucci a Pisa. Ad Arezzo corre Gabriele Veneri. L’uomo forte di Forza Italia resta il coordinatore regionale Marco Stella, capolista a Firenze. Se scattasse un secondo seggio potrebbe toccare a Deborah Bergamini, che guida la lista lucchese (ma accetterebbe alla luce del ruolo da big che ricopre per il partito?).

Nella Lega, lacerata dalla cannibalesca ’vannaccizzazione’ del partito, che ha fatto vittime illustri (in primis l’ex portierone Giovanni Galli), sulla carta è forte l’ex forzista Tommaso Villa. Nel Carroccio listino bloccato per Massimiliano Simoni. Spera Elena Meini a Pisa.