ROSSELLA CONTE
Cronaca

Per l’’ingegnere italiano con nome polacco è impossibile trovare casa

La disavventura: è rimbalzato in oltre dieci agenzie. “Ho buone referenze e un posto fisso, ma i proprietari sono a disagio con me. Ho ricevuto molti rifiuti. Mi hanno consigliato di far finta di essere fiorentino”

Per coppie e giovani single è sempre più difficile trovare un alloggio in affitto

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Firenze, 14 settembre 2025 – Pawel Wlazinski ha 33 anni, è ingegnere gestionale e lavora a tempo indeterminato in un’azienda di marketing e vendite a Firenze. Vive in città da quando aveva dieci anni, ha cittadinanza italiana, un contratto stabile e tutte le garanzie economiche necessarie. Eppure quest’estate si è trovato davanti a un ostacolo imprevisto: trovare casa. “Ho vissuto per nove anni in affitto in zona Salviatino – racconta – con la proprietaria ho sempre avuto un ottimo rapporto, non ho mai saltato un pagamento, ma la signora aveva bisogno di rientrare nell’appartamento. Ci siamo lasciati in buoni rapporti e a giugno ho iniziato la ricerca di una nuova sistemazione”.

Quella che sembrava una normale ricerca di un affitto si è trasformata presto in un percorso pieno di difficoltà. “Il primo contatto era quasi sempre via mail: dal mio nome e cognome capivano subito che non ero italiano e la diffidenza era immediata. Quando poi mi chiamavano, diversi agenti mi dicevano apertamente che i proprietari preferivano affittare a italiani. Io ribadivo che vivo qui da una vita e che ho la cittadinanza, ma non cambiava molto”.

La discriminazione non era solo percepita, ma anche dichiarata. Pawel conserva ancora la mail di un’agenzia che lo aveva avvisato così: “Il proprietario ha già rifiutato due proposte, entrambe da persone con redditi dimostrabili, ma non di origine italiana”. Una frase che lo ha ferito profondamente, non solo per il contenuto ma perché scritta nero su bianco. “Ho risposto che quello che mi stavano comunicando era contro la legge, ma loro hanno scaricato la responsabilità sul proprietario. È vero che chi affitta ha diritto a chiedere garanzie economiche, ma non può escludere qualcuno per le origini o per il cognome”.

In tre mesi Pawel ha contattato almeno dieci agenzie. “Tre mi hanno detto apertamente che il problema era il cognome straniero. Gli altri magari non lo dicevano in modo diretto, ma la sensazione era la stessa. Mi sono sentito discriminato, trattato come un estraneo nonostante la mia storia e il mio percorso qui”. Una situazione che lo ha sorpreso e amareggiato.

“Non mi aspettavo che a Firenze fosse così diffuso. È stato spiacevole rendermi conto che, per molti, il cognome conta più di un contratto a tempo indeterminato o delle referenze positive”. Alla fine, dopo settimane di tentativi, Pawel è riuscito a trovare una nuova casa, sempre a Firenze. “Mi hanno chiesto le solite garanzie economiche, come è giusto che sia, e lì non c’è stato alcun problema. Ma non dimentico quello che è successo nei mesi precedenti: per la prima volta in tanti anni ho sentito davvero sulla mia pelle cosa significa essere giudicato per le origini e non per quello che sono”.