
Lorenzo Mattanti e Duccio di Giovanni
Firenze, 31 luglio 2025 – “Non è più sostenibile. I fiorentini stanno sparendo, i turisti restano un giorno e vogliono solo bistecca”.
Dopo ventisei anni di attività, il ristorante giapponese Momoyama in borgo San Frediano abbassa le serrande. L’ultimo giorno di attività è stato oggi, giovedì 31 luglio.
A comunicarlo è direttamente Duccio di Giovanni, 47 anni, che dal 2009 ha gestito il locale insieme a Lorenzo Mattanti.
“Siamo in quattro soci – spiega –. Vent’anni fa questo era un quartiere residenziale, oggi è cambiato tutto”. Il ristorante aveva aperto nel 1998, tra i primi sushi della città. Un locale elegante, con un’identità forte, che nel tempo ha saputo evolversi senza mai perdere la sua cifra stilistica.

“I clienti arrivavano anche da fuori Firenze, da Empoli, dal Valdarno. Ma oggi è diventato impossibile: non c’è parcheggio, non c’è più un pubblico locale”.
L’assenza di residenti, il traffico, le difficoltà logistiche hanno reso complicata la gestione quotidiana. “Non è solo un tema economico – precisa Duccio – ma di vivibilità generale. Chi viene in città resta un giorno e mezzo, non cerca esperienze gastronomiche diverse: vuole mangiare cucina toscana, possibilmente in centro, e ripartire”.
Momoyama puntava su una proposta raffinata, con materie prime selezionate, tecnica e atmosfera. “Era pensato per chi voleva stare bene, concedersi una serata fuori – racconta –. Ma qui si fatica anche solo a fermarsi, le persone si incastrano nel traffico, non trovano posto, rinunciano”. A questo si aggiungono scelte di vita. Uno dei soci ha deciso di trasferirsi e avviare un’attività fuori città.

“Non c’è stato un solo motivo – aggiunge – ma un insieme di cose. Il quartiere si è svuotato, i negozi per i residenti chiudono, restano solo attività pensate per chi passa. Dopo tanti anni, abbiamo capito che non era più il nostro posto”.
Ma l’idea di far morire il progetto non convince del tutto. “C’è un’ipotesi di riapertura – anticipa –. Stiamo valutando un’altra zona, più vivibile, dove ci sia ancora un tessuto urbano reale. Non abbiamo fretta: vogliamo capire bene dove e come ripartire”.
Quella del Momoyama è una scelta sintomatica che racconta qualcosa da non trascurare dell’Oltrarno. Un rione che fino a qualche tempo fa era il fiore all’occhiello del centro storico (fu addirittura definito il quartiere più cool del Mondo dalla guida Lonely Planet) ma che lentamente sta affrontando una nuova trasformazione. La sosta selvaggia, gli ingorghi di turisti e una viabilità complessa stanno rendendo la zona meno appetibile anche per i fiorentini che per anni l’hanno frequentata assiduamente. Qui infatti ci sono sempre stati storici locali di tendenza. Ora il ’mordi e fuggi’ è una filosofia che sembra aver attraversato anche l’Arno.