REDAZIONE FIRENZE

Pubblicizza su Instagram la ricostruzione unghie, scoperta nail artist abusiva in Mugello

Le indagini hanno preso avvio da un'analisi online poi confermata da servizi di appostamento che avrebbero permesso di accertare un quotidiano via vai di clienti

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Borgo San Lorenzo, 6 agosto 2025 – Aveva allestito nella sua casa in Mugello (Firenze) un laboratorio per la ricostruzione e decorazione delle unghie, ricevendo le clienti su appuntamento, fissato tramite i social network, in particolare Instagram, dove da oltre tre anni pubblicizzava le proprie prestazioni come se fosse un centro estetico regolare.

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Solo che il laboratorio sarebbe stato abusivo e la donna che vi svolgeva la nail art non avrebbe avuto alcuna partita Iva e sarebbe risultata completamente sconosciuta al fisco.

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È quanto scoperto dalla Guardia di finanza della tenenza di Borgo San Lorenzo come spiega una nota delle Fiamme gialle. Le indagini hanno preso avvio da un'analisi online poi confermata da servizi di appostamento che avrebbero permesso di accertare un quotidiano via vai di clienti, soprattutto ragazze, che si recavano nell'appartamento della donna.

Unghie effetto diamante - Crediti Pixabay
Unghie effetto diamante - Crediti Pixabay

In occasione dell'accesso all'abitazione, eseguito con il supporto di personale dell'Asl Toscana Centro, i finanzieri «si sono trovati davanti ad un laboratorio perfettamente attrezzato, dotato di tutto il necessario» per la ricostruzione e la decorazione delle unghie. Oltre a svolgere l'attività in nero la donna non avrebbe avuto «alcun titolo abilitativo: pur avendo seguito all'estero uno specifico corso di formazione, non aveva conseguito il diploma di estetista né risultava iscritta all'albo delle imprese artigiane presso la Camera di Commercio. Ad oggi - si rileva dalla Gdf - l'attività di onicotecnica è assimilata a quella dell'estetista, che richiede requisiti professionali e igienico-sanitari ben precisi».

Al termine degli accertamenti il volume d'affari non dichiarato è stato stimato pari ad oltre 58mila euro. Contestate poi violazioni per l'esercizio abusivo dell'attività e la mancanza dei titoli autorizzativi «che prevedono il pagamento di sanzioni per l'importo di 10mila euro».