REDAZIONE FIRENZE

Lo sguardo fisso sugli olivi. Umidità e fresco, rischio mosca: "Possibile una produzione ridotta"

La prima analisi di Confagricoltura evidenzia le criticità da affrontare nelle campagne fiorentine "Non ci sono ancora problemi concreti, ma le condizioni meteo favoriscono il proliferare del parassita".

Un produttore mostra olive raccolte in una immagine d’archivio

Un produttore mostra olive raccolte in una immagine d’archivio

Mosca dell’olivo, torna lo spettro dell’infestazione. Il clima anomalo rischia di riaccendere l’allarme parassita. Nelle campagne fiorentine non si segnalano ancora danni, ma le condizioni per una nuovo allarme su vasta scala sembrano favorevoli: piogge più frequenti del solito, temperature fresche, umidità.

"Non siamo di fronte a un problema conclamato, ma le premesse non sono buone", dice Tommaso Miari Fulcis, presidente della sezione olivicoltura di Confagricoltura. "Con questo clima, il rischio che la mosca riprenda a proliferare è concreto. Restiamo in attesa, ma con molta attenzione". La Bactrocera oleae, o mosca dell’olivo, è un parassita che danneggia i frutti dall’interno, compromettendo la resa. Il caldo secco ed estremo ne limita lo sviluppo, mentre stagioni come quella in corso – fresche, umide e piovose – ne favoriscono invece la diffusione. Il monitoraggio è continuo e alla preoccupazione per la mosca si aggiunge un secondo elemento. Come spiega ancora Fulcis, maggio, mese chiave per l’impollinazione degli olivi, è stato segnato da piogge persistenti che ne hanno ostacolato il ciclo naturale. "A differenza di molte piante da frutto, l’olivo si impollina per via aerea: se piove troppo, il polline cade a terra e non raggiunge i fiori. Il risultato potrebbe essere una fruttificazione ridotta. La raccolta è ancora lontana, vedremo se la produzione effettiva sarà più bassa del normale". Una stima definitiva sarà possibile solo tra qualche settimana, quando il quadro sarà più chiaro.

Intanto il comparto olivicolo toscano conferma la scelta fatta negli ultimi anni: puntare sulla qualità, non sulla quantità. Una linea dettata anche dalle incertezze del mercato internazionale e dalle tensioni legate ai dazi imposti dagli Stati Uniti. "L’identità del nostro olio non si può toccare", ribadisce Miari Fulcis. "Se una bottiglia arriva negli Usa, deve continuare a contenere olio toscano vero. Autentico. Continuare a investire sull’eccellenza è la risposta alle limitazioni del mercato statunitense".

In fondo puntare sulla qualità, per l’oro verde fiorentino, è sempre stata una scommessa vincente. Infatti, nonostante le annate difficili e il clima avverso il settore ha retto bene agli scossoni. Riconoscibilità del prodotto, fiducia dei consumatori e capacità di raccontare il territorio hanno tenuto in equilibrio la filiera. Quest’anno la sfida si gioca sul fronte opposto: non più l’effetto siccità, ma l’umidità prolungata che favorisce il proliferare della mosca. Per lo meno tutte queste piogge hanno ridotto il costo dell’irrigazione dei terreni, spesso sguarniti di sistemi automatici di innaffiamento. Insomma, gli olivicoltori osservano le chiome e scrutano il cielo. La stagione è ancora aperta, ma l’attenzione è già massima.