MANUELA PLASTINA
Cronaca

Olivi, è tempo di requiem: "Abbiamo perso il 40% della superficie coltivata. Ora salviamo l’identità"

La ricerca choc nel territorio fiorentino: si rischia il depauperamento. La proposta dell’Unione agricoltori: "Applicare i sostegni previsti per il vino".

La ricerca choc nel territorio fiorentino: si rischia il depauperamento. La proposta dell’Unione agricoltori: "Applicare i sostegni previsti per il vino".

La ricerca choc nel territorio fiorentino: si rischia il depauperamento. La proposta dell’Unione agricoltori: "Applicare i sostegni previsti per il vino".

di Manuela Plastina

In 40 anni, tra il 1980 e il 2020, i terreni della provincia hanno perso il 40% degli olivi. Dalla ricerca sull’olivicoltura commissionata dalla Fondazione Cr e presentata dall’Unione agricoltori fiorentina, emerge un depauperamento progressivo e inesorabile di un patrimonio tutto locale, "differente per tipologia e caratteristiche da qualsiasi altra realtà, sia italiana che toscana – sottolinea Francesco Colpizzi, presidente dell’Unione Agricoltori ".

Nei Comuni delle colline intorno alla città, su 2.495 aziende agricole attive, ben 2.185 coltivano l’olivo. Si tratta di un comparto strategico, profondamente radicato nel paesaggio e nella tradizione agricola fiorentina in un territorio "particolarmente difficile e complesso, che richiede costi molto sostenuti e incomparabili rispetto ad altre zone, ma permette anche di ottenere qualità organolettiche e nutriceutiche elevatissime" dice Colpizzi.

Ci vogliono interventi mirati e immediati, anche per salvaguardare la funzione estetica unica garantita da piante ben coltivate e curate, così caratteristiche del nostro panorama. "Servono strumenti che assicurino il mantenimento di una coltivazione per la quale non ci sono alternative: o l’olivo o la boscaglia. Allo stesso tempo bisogna incentivare e supportare una nuova olivicoltura moderna nel rispetto della tradizione".

Ma, denuncia Colpizzi, mancano strumenti legislativi e economico-finanziari idonei. "L’attuale Governo sta lavorando a un piano nazionale per il rilancio dell’agricoltura. In questo quadro, bisogna che individui risorse e strumenti per arrestare il progressivo stato di abbandono di un’olivicoltura arcaica che, se non genera sostenibilità economica, è destinata a scomparire. Servono anche strumenti finanziari per sostenere l’ammodernamento".

Un esempio, suggerisce, può arrivare dalla politica economica nella filiera del vino che ha permesso negli ultimi 20 anni "di avere vigneti belli, efficienti, capaci di produrre uve di altissima qualità, di fare investimenti per le cantine nella promozione commerciale nel mondo con misure di facile accesso per le aziende di tutte le dimensioni. È un modello applicabile al contesto fiorentino".

Sarebbe un modo, secondo l’Unione Agricoltori, anche per stimolare le nuove generazioni: sono infatti tanti i giovani pieni di entusiasmo che coltivano olivi. Il possibile intervento per tutelare l’imprenditoria: applicare anche all’olio i sostegni che sono già previsti anche per la vinicoltura, dice ancora Colpizzi, sarebbe una leva motivazionale anche per loro per fare sempre meglio.