
Firenze, in Piazza della Signoria la presentazione della stagione 2025/26 del Teatro della Toscana. Con Sara Funaro e Stefano Massini (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)
Firenze, 21 giugno 2025 – “Bullismo istituzionale” tuona la sindaca di Firenze, Sara Funaro. “Volevano colpire me, ma non me ne vado”, rincara Stefano Massini. “Nessun attacco politico, solo un giudizio tecnico che rispetto” replica il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Nuovo scontro a distanza (che oggi potrebbe diventare vis-à-vis visto che il titolare del Mic è atteso in città per inaugurare la mostra su Spadolini e ’festeggiare’ la rimozione della gru dal piazzale degli Uffizi) sul paventato declassamento (ancora manca l’ufficialità) della Pergola, delle sale di Rifredi e Era di Pontedera da teatro di rilevanza nazionale a teatro della città.
Un nuovo attacco al governo arriva dall’Arengario di Palazzo Vecchio, dove ieri mattina si è tenuta la presentazione della nuova stagione delle tre sale, un appuntamento fissato da tempo in una “piazza che è di tutti” sostiene il direttore artistico. “Mi pare evidente che il Governo e la destra vogliono colpire Firenze e il Teatro della Toscana” incalza Funaro che è la presidente della Fondazione Teatro della Toscana.
“Ma oggi (ieri, ndr) non è il giorno delle polemiche, è il giorno della presentazione di un programma di qualità altissima. Vogliono declassare il Teatro? Firenze e i cittadini lo promuoveranno” sostiene Funaro davanti a 200-300 persone che con un lungo e caloroso applauso fanno sentire la loro vicinanza al drammaturgo campigiano. In piazza anche Nicola Fratoianni, leader nazionale di Sinistra Italiana.
“Sembra di essere in una commedia, la cultura è sotto attacco – arringa Massini –. La stessa commissione che l’anno scorso aveva valutato il Teatro della Toscana con un punteggio di qualità di 29 improvvisamente, si legge, pensa al declassamento. Per essere declassati quel punteggio deve andare sotto il 9. Vorrebbe dire che in un anno la stessa commissione decide che ci devono essere 20 punti in meno. Cosa è successo nel frattempo? Sono arrivato io, il pessimo, lo schifoso e quindi bisogna punirmi, darmi una lezione. Ma io da qua non mi muovo”. Dalla piazza ancora applausi. Poi Massini si commuove ringraziando i lavoratori del teatro. “Scusate, sono giorni difficili” ammette dal palco.
Tra il pubblico, in piazza, anche l’amico Piero Pelù. “I teatri come le scuole o i centri per gli anziani sono lo specchio di un Paese. Declassare un teatro come la Pergola, nonostante negli ultimi dieci anni abbia fatto delle stagioni molto discutibili, è un segnale di come si vuole ammazzare la cultura nel Paese” tuona il rocker. Solidarietà a Massini anche da Vannino Chiti, presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea: “Il declassamento rappresenterebbe un fatto inquietante e inaccettabile che si qualifica come un vero e proprio attentato alla libertà e all’autonomia dell’espressione artistica e della cultura”.
Ma per il ministro Giuli non c’è niente di politico. “Perfino tra i dimissionari di quella commissione c’è chi ha riconosciuto che i risultati del teatro in questo momento sono estremamente critici per mantenere una caratura nazionale – dice rispondendo a una domanda nel corso di una conferenza stampa – Le valutazioni tecniche vanno rispettate, ovviamente bisogna misurare passo passo tutto ciò che riguarda un teatro che comunque è importante per la città di Firenze e non è mai caduto dal cuore del ministero della Cultura. Ma i giudizi tecnici vanno rispettati. Non vogliamo inquilini del privilegio e le commissioni servono a questo. Depoliticizziamo la questione perché c’è chi la sta strumentalizzato, guardiamo ai fatti”.
In città la tensione tra maggioranza e opposizione resta altissima. Tanto che i consiglieri comunali Angela Sirello e Matteo Chelli (FdI) annunciano un esposto alla procura regionale della Corte dei Conti “per verificare eventuali profili di danno erariale legati alla risoluzione anticipata del contratto” dell’ex direttore generale del Teatro, Marco Giorgetti. Secondo il senatore Paolo Marcheschi (FdI) la “cacciata” sarebbe costata “tra i 100 e i 200mila euro”.
Marcheschi, poi, affossa i dem: “Il sistema Pd della cultura ha generato decenni di posti pubblici distribuiti agli amici, tutto a carico di ‘Pantalone’. Chi oggi si nasconde dietro la visibilità di Massini è lo stesso gruppo che ha prodotto i buchi di bilancio al Maggio Musicale Fiorentino (nascondendosi dietro Pereira) e che ha gravato la Pergola con costi insostenibili. Dispiace che Massini – su cui come professionista, né a livello locale né nazionale, si sono mai levate critiche – si senta attaccato, in realtà è solo rimasto vittima del sistema-Pd, la ‘banda del buco’”.
Dura la replica del deputato dem Federico Gianassi: “FdI è senza vergogna. Centinaia di fiorentini sono scesi oggi in piazza per difendere Massini e la città e Marcheschi e FdI cosa fanno? Anziché schierarsi al fianco della città, ancora una volta si schierano dall’altra parte”. Per Irene Galletti, presidente del gruppo M5S Toscana, e Andrea Quartini, deputato fiorentino, “il declassamento è un atto grave. Il ministero – aggiungono – renda pubblici criteri e motivazioni della decisione e la sospenda”.