BARBARA BERTI
Cronaca

Declassata la Pergola. Scontro Firenze-governo:: "Motivazioni pretestuose"

La commissione del Ministero della Cultura è per l’esclusione dell’ente toscano. Si dimettono tre dei quattro componenti, Schlein: sfregio al patrimonio.

A sinistra il Teatro della Pergola di Firenze. A fianco, la sindaca del capoluogo toscano Sara Funaro

A sinistra il Teatro della Pergola di Firenze. A fianco, la sindaca del capoluogo toscano Sara Funaro

Una commissione ministeriale praticamente dimezzata dà (quasi) il via al declassamento della Fondazione Teatro della Toscana – che comprende la Pergola di Firenze, la sala di Rifredi e l’Era di Pontedera – che dal 2015 si fregia del riconoscimento di Teatro di rilevanza nazionale. È questo l’epilogo di una giornata convulsa durante la quale tra Roma e Firenze (ovvero tra governo meloniano e amministrazione di centrosinistra) si è aperto un fuoco incrociato con accuse e controaccuse reciproche. "Uno sfregio al patrimonio culturale italiano che non possiamo accettare" commenta la segretaria del Pd Elly Schlein.

Sul tavolo della Commissione consultiva per il teatro del Mic l’incartamento toscano per il mantenimento dello status di teatro nazionale. Solitamente una formalità, basta ricordare che l’anno scorso la Fondazione ha ottenuto un punteggio di 29 su 35 (il minimo è 10 punti). Ma stavolta si è verificata "una pagina gravissima, senza precedenti nella storia del teatro italiano" per usare le parole del drammaturgo Stefano Massini, che del Teatro della Toscana è direttore artistico da inizio anno. E proprio il suo progetto artistico – che nonostante tutto sarà presentato al pubblico questa mattina in piazza della Signoria, "a un passo da dove Savonarola fu bruciato sul rogo perché inviso al potere di turno" – non sarebbe all’altezza di un teatro nazionale.

Valutazione su cui non concordano tre dei quattro membri della Commissione che si sono dimessi, Alberto Cassani, Carmelo Grassi e Angelo Pastore (i tre rappresentanti delle istituzioni locali). "Già nelle settimane scorse era stato paventato il declassamento, poi avevamo trovato una quadra: teatro in prima fascia ma con punteggio ribassato. Mercoledì i quattro membri scelti dal ministero si sono impuntati senza spiegazioni. Gli abbiamo lasciato 24 ore per ripensarci ma stamani (ieri, ndr) niente era cambiato" racconta Alberto Cassani. Così, le dimissioni dei tre "avendo constatato l’impossibilità di costruire un percorso condiviso ed equilibrato" in particolare nella scelta di voler declassare "sulla base di motivazioni pretestuose" scrivono in una lettera indirizzata al ministro della Cultura Alessandro Giuli. "Non potevo avallare, neppure con un voto contrario, è un orientamento stabilito con motivazioni banali" dice il dimissionario Grassi, escludendo "motivazioni politiche".

Ancora un verbale ufficiale non c’è, ma la Commissione presieduta da Alessandro Massimo Maria Voglino, secondo un’agenzia di stampa, si sarebbe limitata a non esprimere alcuna valutazione basandosi sul fatto che il progetto triennale presentato dalla Fondazione "non presenta elementi sufficienti" ad ottenere il riconoscimento dello status di teatro nazionale. Quindi la Pergola scenderebbe a ’teatro della città’. Se la sindaca di Firenze, Sara Funaro, in qualità di presidente della Fondazione è pronta a fare ricorso al Tar contro una tale decisione "per tutelare il prestigio del teatro e della città" perché è solo "un attacco politico", il direttore artistico Massini si dice "schifato fino agli urti di vomito" considerando tale decisione solo una ritorsione personale. "Evidentemente ogni oggettività è tramontata, il personalismo trionfa, e con essa il buon senso del capire la farsa di questa sparatoria da saloon ingaggiata da mesi contro di me, contro il nostro teatro e contro la gente" lo sfogo social del vincitore del Tony Award.