ANDREA SETTEFONTI
Cronaca

"Clima e gusto cambiati, ora piacciono vini freschi. I prodotti no alcol? Non sono la risposta giusta"

Cambia il modo di fare viticoltura: i cambiamenti in atto, di clima e di tendenza di gusto, impongono scelte diverse...

Cambia il modo di fare viticoltura: i cambiamenti in atto, di clima e di tendenza di gusto, impongono scelte diverse...

Cambia il modo di fare viticoltura: i cambiamenti in atto, di clima e di tendenza di gusto, impongono scelte diverse...

Cambia il modo di fare viticoltura: i cambiamenti in atto, di clima e di tendenza di gusto, impongono scelte diverse rispetto al passato. A tracciare il quadro è Yari Cordioli (foto), giovane enologo di 27 anni che lavora all’interno di un gruppo francese di tecnici enologi, Derenoncourt Vignerons Consultants, con aziende vitivinicole anche in Toscana e nel fiorentino.

Quali sono le difficoltà legate al clima?

"Questo che più che un cambiamento è un deregolamento climatico, impone di adottare soluzioni alternative. Importiamo e adattiamo tecniche di coltivazione dai Paesi più caldi".

Qual è la novità più rilevante?

"Quella di adottare misure e pratiche che ottimizzino l’uso dell’acqua da parte delle viti. Devono essere provate ed adattate ad ogni luogo e terroir".

Anche in Toscana è così?

"Sì, soprattutto in alcune zone. Dipende molto anche dalle esposizioni e dalle altitudini"

Che vendemmia sarà questa 2025 per la Toscana?

"Si parte da una buona base, le piogge dell’autunno hanno ricaricato le risorse idriche, l’inizio stagione è stato fresco anche se qualche zona ha dovuto fare i conti con una primavera complicata e umida. Un’estate relativamente calda ma con delle precipitazioni al momento giusto"

Il caldo torrido di giugno ha prodotto effetti?

"Sicuramente le due settimane di temperature estreme hanno caratterizzato l’annata, poi sono tornate temperature normali, piogge, e la vigna ha ripreso il normale ciclo verso la maturazione. Tutto adesso dipenderà da agosto e settembre, ma si preannuncia un’annata classica anche nei tempi, specie nelle zone del Chianti Classico".

Cambia il clima, ma cambiano anche i gusti.

"Il caldo farebbe produrre normalmente vini più carichi di alcol e concentrati, ma il mercato chiede vini freschi, meno alcolici. Sta a noi trovare la strada".

Le aziende cosa le chiedono?

"Di rispettare il terroir".

Si richiedono vini con meno alcol: i dealcolati sono una soluzione?

"I problemi di mercato e gli eccessi di vino in cantina si risolvono in altro modo. Si potrebbe pensare, come fanno in Francia, di espiantare i vigneti meno vocati. Ma i delacolati non sono una soluzione, sembrano più un’invenzione per trasformare il vino in eccesso".

Andrea Settefonti