
A sinistra il cosiddetto "cubo nero"; a destra il ministro Alessandro Giuli
Firenze, 18 settembre 2025 – L’affaire cubo nero che svetta da corso Italia continua a far discutere. E questa volta è direttamente il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, a parlarne. E lo fa con frasi e termini inequivocabili, tranchant, che non lasciano spazio alle interpretazioni. “Sappiamo che Firenze poteva essere amministrata molto meglio sotto il profilo della tutela del paesaggio urbano. Su questo dovreste interrogare i sindaci di Firenze ma forse lo farà qualcun altro (il riferimento all’indagine che sta svolgendo la Procura del capoluogo è lapalissiano, ndr). Per quanto riguarda il nostro giudizio non può che essere negativo, siamo sbalorditi”.
Al ministro, ieri sera, hanno risposto l’assessora all’Urbanistica Caterina Biti e il presidente della Commissione Urbanistica Renzo Pampaloni (Pd). Per la prima, “sentendo il Ministro parlare di chi si deve occupare di tutela del paesaggio ci viene il preoccupante dubbio che non conosca i procedimenti. Saremo lieti quindi di inviargli – se vorrà – il link per riguardare la Commissione Urbanistica dello scorso 3 settembre dove i passaggi dei procedimenti e gli enti che se ne occupano sono stati esaminati, spiegati e condivisi in maniera puntuale ed esaustiva”. Per il secondo, Giuli “deve sapere che le armi in mano ai sindaci sono limitate: la politica non può mettere mano nelle scelte di dettaglio, in questo caso sulla scelta architettonica, anche per evitare sovrapposizioni difficilmente gestibili e che recentemente sono state oggetto anche di contestazione”. Intanto, la Soprintendenza, finita al centro delle polemiche per le autorizzazioni rilasciate per il restauro dell’ex Comunale, ha finalmente inviato un dettagliato dossier al ministero che sta effettuando tutte le verifiche del caso. Una copia della relazione è finita anche sul tavolo di Giuli che ora ha deciso di vederci chiaro e di capire se vi siano o meno responsabilità da parte degli uffici di piazza Pitti all’epoca retti da Andrea Pessina.
I dirigenti ministeriali di via del Collegio Romano stanno valutando tutto l’iter che ha portato i tecnici ad avallare il progetto di Hines con quei colori, che evidentemente contrastano con l’area Unesco e con i palazzi che circondano l’ex teatro. Da quello che è dato sapere, la Soprintendenza si sarebbe ’difesa’ affermando che tutti i passaggi sono stati gestiti nella massima trasparenza, rispettando le regole e le norme in materia ma anche con un confronto col Comune. Saranno ora i dirigenti degli uffici preposti della Cultura a dover far luce su quanto accaduto e, nel caso, a prendere i dovuti provvedimenti semmai dovessero riscontrare incongruità. Infine, ancora non è stato fissato l’incontro tra la sindaca Sara Funaro, la società proprietaria dell’immobile e la Soprintendente teso a trovare un punto tra le parti e probabilmente anche per esercitare una sorta di moral suasion che portasse Hines a cambiare i colori o i pannelli del cubo.