Firenze, 4 agosto 2025 – Ha importanti risvolti anche in Toscana, cuore pulsante della comunità cinese in Italia, una delle più imponenti operazioni condotte negli ultimi giorni dalla Polizia di Stato per contrastare i reati legati all’immigrazione clandestina, allo sfruttamento della prostituzione, al lavoro nero, alla contraffazione, allo spaccio di droga e alla detenzione abusiva di armi.

L’operazione, definita “ad alto impatto” e coordinata dal Servizio Centrale Operativo (SCO), ha visto impegnate le Squadre Mobili di numerose città italiane, fra cui Firenze, Prato, Pistoia e Siena, con il supporto dei Reparti prevenzione crimine. Un impegno che ha toccato nel vivo proprio la Toscana, dove la presenza cinese è storicamente significativa, soprattutto nell’area metropolitana di Firenze e nel distretto produttivo del pratese.
L’azione della Questura di Firenze
Dal 28 luglio al 1° agosto, la Questura di Firenze – nell’ambito del progetto “Squadra mobile 2025” – ha svolto una serie di controlli mirati per colpire le sacche di illegalità connesse alla criminalità organizzata di matrice cinese. Sono state identificate 316 persone, controllati 73 veicoli e istituiti 10 posti di controllo nelle aree più sensibili del capoluogo.
Gli agenti della Squadra Mobile fiorentina hanno passato al setaccio 24 esercizi commerciali, tra cui 9 centri massaggi, 8 bar, 3 sale slot e 4 negozi di articoli vari, spesso riconducibili a gestioni cinesi. Nel corso dei controlli sono emerse diverse irregolarità: due ragazze di un centro massaggi sono state denunciate perché trovate prive di regolare permesso di soggiorno. A due automobilisti, invece, sono state contestate violazioni amministrative per infrazioni al codice della strada.
Un fenomeno radicato anche in Toscana
Le indagini della Polizia di Stato hanno confermato la presenza in Italia – e anche in Toscana – di gruppi criminali cinesi strutturati, spesso formati da persone provenienti dalla stessa area geografica della Cina e uniti da vincoli familiari o di paese. Questi gruppi operano quasi sempre ai danni di connazionali e ricorrono facilmente a minacce e violenze, facendo leva su un forte senso di appartenenza e sulla legge del silenzio. Spesso non mancano vere e proprie “ali armate” incaricate di intimidire o regolare i conti, con metodi che ricordano quelli delle mafie tradizionali. Non solo: la criminalità cinese ha dimostrato di mantenere rapporti stabili anche con gruppi criminali di altre nazionalità, italiani compresi, per spartirsi traffici e territori. Tra le attività illecite più diffuse spicca l’hawala, un sistema clandestino per il trasferimento internazionale di denaro, usato per finanziare traffici di droga, sfruttamento di migranti e riciclaggio.
I numeri dell’operazione nazionale
L’operazione, che ha interessato anche altre province italiane, ha portato a risultati importanti: 13 persone arrestate, fra cui spacciatori, sfruttatori della prostituzione e ricercati per reati gravi; 31 persone denunciate; oltre 1900 soggetti identificati; 305 esercizi commerciali controllati, con 2 sequestri; 550 grammi di shaboo sequestrati, per circa 5.500 dosi; sanzioni amministrative per oltre 73.000 euro e il sequestro di quasi 23.000 euro in contanti. Questa attività si inserisce nel più ampio progetto “Squadra Mobile”, avviato nel 2023 per colpire diversi fenomeni criminali: dallo sfruttamento della manodopera alla prostituzione, passando per furti, gioco illegale e violazioni nelle procedure di ingresso dei lavoratori stranieri.