REDAZIONE PRATO

Debiti e affari sporchi. Spari all’imprenditore. I sicari assoldati in città

L’agguato a Milano il 26 marzo scorso. In carcere due cinesi rintracciati a Prato: hanno tentato di uccidere a colpi di pistola un connazionale. L’episodio si inserisce nell’escalation criminale cominciata un anno fa.

L’agguato all’imprenditore in Brera a Milano il 26 marzo scorso

L’agguato all’imprenditore in Brera a Milano il 26 marzo scorso

Erano stati assoldati a Prato e inviati a Milano per uccidere un imprenditore cinese, Songhua Zhang, 42 anni, nel centralissimo quartiere di Brera. L’agguato era stato pianificato nei minimi dettagli: i due sicari, che lavorano in un’azienda a gestione orientale in via delle Ripalte a Prato, si sono spostati su Milano il 24 marzo scorso. Sono rimasti intorno alla casa del connazionale per l’intero pomeriggio attendendo il suo rientro. Una volta individuato in strada, lo hanno raggiunto alle spalle e aggredito. Gli hanno sparato alla nuca (tre colpi con una pistola calibro 32) ma, per fortuna, il proiettile è rimasto bloccato nei tessuti impedendo il peggio. I due sono scappati a bordo di un taxi di un connazionale e sono tornati in fretta e furia a Prato dopo essersi disfatti dei cellulari. Ieri la polizia di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia in carcere, disposta dal gip, nei confronti di Jung Yang, 46 anni, e WenPing Han, 47 anni, accusati di tentato omicidio. L’agguato risale alla notte fra il 25 e 26 marzo scorsi e i due indagati sono stati rintracciati grazie alle telecamere di videosorveglianza della zona e ai tabulati delle utenze telefoniche a loro intestate. Utenze che risultano spente dal giorno del delitto. Non è stato chiarito chi sia il mandante ma la vittima avrebbe riferito agli investigatori di alcuni questioni economiche – "la perdita di 300.000 euro" scrive il gip –, avute con un ex collega. Le indagini proseguono per fare chiarezza sul movente e verificare il coinvolgimento di altre persone che potrebbero aver commissionato l’aggressione. La vittima risulta titolare di due aziende nella zona di Milano anche se ha riferito agli investigatori di un’altra azienda, nel Varesotto, per la quale lavorava ultimamente. La ditta era stata controllata dalla Guardia di finanza. Dietro al tentato omicidio potrebbero esserci debiti e affari sporchi.

Quello che colpisce è che i due sicari siano stati assoldati a Prato, da mesi al centro di una serie di episodi violenti che sarebbero collegati a una faida fra gruppi contrapposti cinesi per il controllo dei settori della logistica e delle grucce. Faida che ha travalicato i confini, non solo di Prato, ma anche nazionali. Ecco alcuni degli episodi su cui gli investigatori pratesi, guidati dal procuratore Luca Tescaroli, hanno posto particolare attenzione.

LE SPARATORIE

Ad aprile scorso si sono verificate due sparatorie a Prato, sempre ai danni di cinesi. La prima è avvenuta il 12 aprile in via del Purgatorio. Un cinese è stato accerchiato da un gruppo di connazionali che hanno sparato diversi colpi di pistola. La vittima non è stato raggiunto dagli spari ma è stato accoltellato. Dopo appena una settimana, il 19 aprile, un altro cinese è stato ferito con un colpo di arma da fuoco all’interno di un affittacamere abusivo in via del Seminario.

AGGUATO NEL CIRCOLO

Il 10 aprile un altro cinese viene ridotto in fin di vita da un gruppo di altri orientali. Raggiunto in un circolo in via Filzi, il Jdl, è stato pestato a sangue e colpito in testa ripetutamente con un bastone. Per quell’episodio sono stati arrestati due cinesi, un uomo e una donna, accusati di tentato omicidio. Un terzo uomo è fuggito in Cina.

DUPLICE OMICIDIO

Fra gli episodi più inquietanti c’è il duplice omicidio di una coppia di cinesi a Roma, in via Prenestina. I due sono stati freddati a colpi di pistola sotto casa da due killer su una moto. Le vittime sono Zhang Dayong, 53 anni e la compagna Gong Xiaogqing, 38 anni. Zhang Dayong è nome conosciuto a Prato in quanto è entrato nell’inchiesta sulla mafia cinese, "Chinatruck", il cui processo è ancora in corso a Prato. Dayong era stato braccio destro di Zhang Naizhong, quello che fu definito dal gip Moneti che dispose gli arresti, il "capo dei capi".

GLI ATTACCHI INCENDIARI

La notte fra il 15 e il 16 febbraio vengono fatti esplodere tre pacchi incendiari, a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro, all’interno di tre aziende di logistica a gestione cinese: una a Prato, una a Seano e una a Campi Bisenzio. Le modalità usate sono le stesse: un pacco recapitato alle ditte con dentro una bottiglia incendiaria e un telecomando che è stato azionato dall’esterno. Il 28 febbraio un incendio distrugge un’azienda nella zona industriale di Madrid in Spagna. Ancora una volta stesse modalità: la ditta è collegata a una di quelle di Prato che fa capo al figlio di Zhang Naizhong. L’11 marzo un altro rogo devasta un’azienda di logistica a Parigi.

VIA NOTTINGHAM

Il 15 luglio 2024 un rogo rade al suolo la Shun Da, azienda di logistica. La ditta riapre in via dei Confini e è destinataria di uno degli attacchi del 16 febbraio.

TENTATO OMICIDIO

Il 6 luglio 2024 un imprenditore cinese nel settore delle grucce viene accoltellato all’addome in un circolo in via Scarlatti. E’ vivo per miracolo. I cinque esecutori materiali del delitto sono stati condannati in rito abbreviato a sette anni e mezzo per tentato omicidio.

Laura Natoli