MONICA BIANCONI
Cronaca

Cantiere, la riscoperta. Una storia di riscatto tra ferrovia e Bisenzio: "Modello di comunità"

Il quartiere è nato dalle baracche di servizio ad uso degli operai per la costruzione della Direttissima, in un primo momento senza rispettare alcuna regola urbanistica. Oggi è una bella zona residenziale.

Il quartiere è nato dalle baracche di servizio ad uso degli operai per la costruzione della Direttissima, in un primo momento senza rispettare alcuna regola urbanistica. Oggi è una bella zona residenziale.

Il quartiere è nato dalle baracche di servizio ad uso degli operai per la costruzione della Direttissima, in un primo momento senza rispettare alcuna regola urbanistica. Oggi è una bella zona residenziale.

Il Cantiere, quartiere che si adagia lungo il fiume Bisenzio, stretto fra le due ferrovie, conta circa 600 abitanti e 200 famiglie. La zona nasce come cantiere ferroviario per la costruzione della Direttissima Firenze –Bologna, quindi un’area adibita a deposito di materiale ferroviario con qualche baracca di servizio. Siamo negli anni ’30. Poi, finita la costruzione della ferrovia, nel 1934, la zona rimase incustodita ed abbandonata fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando successivamente, fine anni ’40 ed inizi anni ’50, molte famiglie vi si insediarono per costruire le loro case ed il loro futuro. Molte di queste famiglie provenivano dal sud Italia ed altre, erano già presenti perché famiglie degli operai che lavorarono alla ferrovia. Venivano da zone del bolognese, come San Benedetto Val di Sambro, Castiglion dei Pepoli, ed anche da Prato. Il Cantiere nasce così, dai primi anni ’50 alla metà degli anni ’60. Questo fazzoletto di terra pressoché triangolare compreso tra la linea di Pistoia, la Firenze-Bologna ed il fiume Bisenzio, viene totalmente costruito: case umili, semplici, realizzate senza una regola urbanistica ben precisa senza nessun servizio primario. Il comune d’altronde non poteva concedere licenze poiché il terreno apparteneva alle ferrovie.

"Per la corrente ci si arrangiava – racconta Alberto Biancalani (foto) presidente dell’Associazione ex Cantiere – veniva presa dai vecchi impianti presenti. Le fognature si facevano in proprio e le strade non erano certamente asfaltate. Insomma, agli inizi era un vero e proprio ghetto, un agglomerato povero ed i vicini abitanti, della Pietà e della Castellina, non si risparmiavano a chiamarci ’zingari’. Ma noi ’zingari’ eravamo felici, i ragazzi avevano di che divertirsi: il fiume, i campi in fondo alla via Ferrari e la ferrovia. Andavamo sui binari a vedere i treni che ci passavano vicini. Poi la sera d’estate erano giochi di piazza. Tutti per le strade, zero macchine, a giocare ai più svariati divertimenti, tanto non c’erano pericoli. Insomma – continua Biancalani – anche se per un periodo eravamo gli ultimi della città, eravamo comunque ricchi dentro e gli abitanti non si sentivano affatto ultimi, anzi grazie alla ferrea volontà, cooperazione e alla loro voglia di rivincita sono e siamo arrivati primi.

Il Cantiere si migliorò e si sviluppò nei servizi. Arrivò la luce, il gas e le fognature vennero adeguate e messe in regola e le strade asfaltate e tutto questo di tasca nostra. Ed è grazie anche alla nascita della Cooperativa del Cantiere, anni ’70, un’organizzazione di cittadini residenti vòlta a dare voce ed assistenza a tutte le famiglie della zona, che riuscimmo ad ottenere tutte le conquiste sociali ed economiche di cui avevamo bisogno".

Infatti negli anni ’80 con l’avvento della legge sul condono, le case vennero regolarizzate. Negli anni ’90 la Cooperativa si trasformò in Associazione ex Cantiere e grazie ad essa riuscì a parlare con le Ferrovie dello Stato e, finalmente, nel 2006 ad acquisire il terreno divenendo così pieni proprietari delle loro case. "Oggi il Cantiere è un bel quartiere – continua Biancalani – non secondo a nessun’altra zona della città. Le case sono delle belle case, traffico poco o niente. I residenti sono sempre uniti come una grande famiglia, vicinissimi al centro e a tutti i servizi della città. Le famiglie originarie ora sono state sostituite quasi tutte dai figli e nipoti che non hanno nessuna voglia di abbandonare il Cantiere. Quando possono, risistemano la casa dei genitori e ci rimangono. Qualche famiglia nuova c’è, proveniente soprattutto dall’Albania e Romania ed anche loro, percependo un ambiente familiare e coeso, si sentono a loro agio e si sono ben integrati. Io ci sono nato e cresciuto e dopo una breve assenza ci sono ritornato risistemando la casa dei miei genitori".

Lo scorso anno il Cantiere ha ottenuto la propria piazza con l’installazione di due container verdi posti lungo la pista ciclabile Fausto Coppi e via Ferrari che sono gestiti dalle associazioni Ex Cantiere e Materia. Il primo container è una sala polivalente per eventi di vario tipo e l’altro è ad uso ripostiglio e deposito per le associazioni. All’esterno inoltre è stata realizzata un’area di sosta, per un momento di relax all’ombra degli alberi, con panchine, un fontanello per l’acqua potabile e stalli per le biciclette. Proprio l’associazione ex Cantiere sta organizzando molti eventi per l’anno in corso. "Abbiamo un calendario di iniziative – conclude Biancalani - che occupa tutto il 2025 che va da eventi culturali a semplici incontri, fino ad arrivare nei periodi delle festività, natalizie e non solo, come Halloween, dove i bambini e i ragazzi la faranno da padrone. Abbiamo anche in programma un evento che coinvolge altre associazioni da fare ad ottobre e finalizzato a coinvolgere giovani, ma è ancora presto per parlarne, è roba fresca fresca, per cui non mi voglio sbilanciare. Insomma siamo in pieno movimento".

Monica Bianconi