
Il gelato quest’anno costa ancora di più
Firenze, 27 gennaio 2025 – Il gelato resta il re dell’estate, ma per molti rischia di diventare sempre più un piccolo lusso. I consumi sono in aumento – secondo le stime del Centro di ricerca sui consumi (Crc), cresciuti del 4% rispetto all’anno scorso – ma lo sono anche i prezzi, che negli ultimi quattro anni, su scala nazionale, sono lievitati del 30%. Secondo i dati elaborati dallo stesso Crc sull’osservatorio prezzi del Mimit, Firenze sarebbe la città più cara d’Italia per il gelato in vaschetta confezionato, con un prezzo medio di 8,05 euro al chilo, contro una media nazionale di 5,87 euro.
“Quelli citati sono i prezzi del gelato confezionato e non hanno nulla a che vedere con il nostro prodotto artigianale di qualità”, sottolinea Antonio Ciabattoni, socio di Confartigianato Firenze e titolare della gelateria La Sorbettiera, che a Firenze conta tre punti vendita ed una nuova apertura in arrivo in via de’ Bardi. “Se prendiamo in esame le gelaterie artigianali che conosco bene, parliamo di prezzi che oscillano tra i 26 e i 30 euro al chilo. Comunque sì, un aumento c’è stato, legato soprattutto al costo delle materie prime: panna, burro, latte, ma anche il cioccolato, che in un anno è aumentato del 120%”. Un altro elemento che pesa, spiega Ciabattoni, è il personale: “Siamo aperti dalla mattina fino a tarda sera e abbiamo bisogno di molti addetti. A Firenze, poi, i costi fissi sono alti, specie in centro storico”.
Anche Silvana Vivoli, storica gelataia e referente Confcommercio per il settore, contesta i dati: “Mi pare strano che il costo del gelato a Firenze superi persino Milano, dove il gelato nelle vaschette si trova sui 30 euro al chilo. E poi 8 euro al chilo è un prezzo che non si trova nemmeno nei supermercati per il gelato industriale di qualità. Il gelato con lo stecco, tipo Magnum, viene quasi 50 euro al chilo”.
Anche Vivoli conferma, comunque, che negli ultimi anni il costo delle materie prime di qualità è esploso: “Il cacao ha raggiunto prezzi record, le uova biologiche sono passate da 14 a oltre 30 centesimi l’una. Noi cerchiamo comunque di contenere i rincari. Abbiamo eliminato il bicchierino più piccolo, quello da 2,50 euro, per spingere su un formato leggermente più grande, ma non abbiamo ritoccato più di tanto i listini”.
“Nelle gelaterie artigianali fiorentine – sottolinea Ilaria Scarselli, vicepresidente di Confesercenti Città Metropolitana e titolare della gelateria La Fonte del Gelato – la forbice reale va dai 21 ai 30 euro al chilo, una fascia in linea con molte altre città italiane. Non esiste un ’caro gelato fiorentino’ distinto dal resto del Paese”. Il gelato industriale, poi, ha ben poco a che fare con quello artigianale.
“Il problema è che in Italia non esiste una normativa che separi chiaramente le due tipologie, anche se si tratta di prodotti completamente diversi. L’artigianale è fatto con materie prime fresche, viene consumato in pochi giorni, ha un contenuto di nutrienti molto più elevato. E poi c’è l’ingrediente X, quello invisibile: l’aria. Nei gelati industriali è presente in quantità maggiori, il che gonfia i volumi e abbassa la qualità. Su 100 grammi di prodotto artigianale, ad esempio, si trovano 80 grammi di latte. In quello industriale, se va bene, ce ne sono 5 grammi. La mia non è una battaglia contro il gelato industriale, ma il consumatore dovrebbe essere più consapevole di quello che mangia”.
Monica Pieraccini