Prato, 26 luglio 2025 – Sgozzato nella camera del residence Ferrucci (lo stesso da cui è scomparsa la escort Maria Denisa Paun a maggio) che da una ventina di giorni divideva con il compagno in attesa di trasferirsi nella casa nuova. La scena che si è presentata di fronte ai soccorritori, ieri nel primo pomeriggio, è stata agghiacciante. Il corpo di Maurizio Drovandi, pratese di 51 anni, bancario e dipendente del Monte dei Paschi di Siena, giaceva a terra, per metà sotto il letto, con la gola tagliata e in una pozza di sangue. Il compagno, 55 anni, era ferito: anche lui aveva un taglio (risultato poi superficiale) alla gola e una serie di ferite su braccia e gambe. Un giallo ancora tutto da chiarire e su cui la procura, diretta da Luca Tescaroli, ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di omicidio e lesioni.

Ma partiamo dalle certezze. L’allarme è stato dato da alcune persone che lavorano nello stabile, nel palazzo oltre al residence ci sono prevalentemente uffici, che dalla mattina sentivano un cattivo odore nel vano scale. Al residence, intorno alle 10,30, è arrivata una volante della polizia che ha individuato la stanza da cui proveniva il cattivo odore, la numero 107, quella al primo piano davanti alla stanza dove Vasile Frumuzache ha ucciso, soffocandola e poi decapitandola, Maria Denisa Paun. Gli agenti, dopo aver bussato ripetutamente, hanno aperto la porta ma gli è stato impossibile entrare in quanto nella camera c’era un grosso rottweiler, di proprietà di Drovandi, che ha cominciato ad agitarsi. E’ stato chiesto l’intervento di un veterinario e dell’Sos animali. Era chiaro che dentro quella stanza era accaduto qualcosa di brutto. Il veterinario è arrivato intorno alle 13.30 riuscendo a sedare il cane che poi è stato portato via dall’Sos animali. A quel punto gli agenti hanno avuto libero accesso: nella camera c’era l’orrore. Il corpo di Drovandi giaceva a terra nel sangue, per metà sotto al letto. L’altro uomo era vivo e respirava. Sul posto è intervenuta un’ambulanza con il medico della Pubblica Assistenza che lo ha portato al Santo Stefano. Nel primo pomeriggio sono arrivate la polizia scientifica e la squadra mobile, diretta da Andrea Belelli, per i rilievi. Il sangue era dappertutto e nella camera c’erano anche gli escrementi del cane, segno che i due non uscivano da diversi giorni. La polizia ha poi trovato un biglietto scritto a mano e “di fretta”. Il biglietto era indirizzato alla famiglia dell’uomo ferito, firmato solo da lui, e con una postilla nella quale si rivolgeva alla famiglia di Drovandi. L’arma del delitto sarebbe un normale coltello preso dalla cucina che si torva nella stanza del residence.
Secondo quanto emerso, i due, stavano insieme e abitavano nel residence di via Ferrucci da una ventina di giorni in attesa di trasferirsi. L’ultimo messaggio partito dal cellulare di Drovandi risale a mercoledì. E’ possibile che sia morto proprio mercoledì. Ma che cosa è successo nel tempo intercorso fino al ritrovamento del cadavere e del ferito? La procura non esclude nessuna ipotesi. Potrebbe trattarsi di un suicidio collettivo o di un omicidio-suicidio. Oppure di una messinscena. E’ stato l’uomo ferito a uccidere il compagno? Si voleva ammazzare anche lui e non ci è riuscito? Avevano avuto un litigio? Difficile pensare invece alla presenza di altre persone o a un’aggressione in quanto il cane avrebbe reagito. La procura non esclude nessuna ipotesi in attesa di interrogare il compagno. Già disposta l’autopsia.