Firenze, 26 luglio 2025 – La Rdb Ita spa che ha prodotto la trave killer, che spezzandosi nel cantiere di via Mariti ha ucciso cinque operai, è oggi un’azienda “nuova“.
I primi sei mesi di amministrazione sotto il controllo del tribunale di Firenze hanno rimesso in moto la produzione e salvaguardato i livelli occupazionali.

Arrivano nuove commesse per svariati milioni e le vecchie, quelle che erano in produzione al momento della strage e del relativo sequestro, sono state tutte verificate e consegnate ai committenti dopo un’attenta verifica di un pool di ingegneri guidati dal professor Marco Di Prisco, professore ordinario di tecnica delle costruzioni al Politecnico di Milano affiancato anche da Nello Visconti, ex direttore tecnico dell’impresa. Verifiche puntualmente relazionate al gip, Antonella Zatini, e da essa “sdoganate“. E ora che l’impresa con sedi ad Atri, Bellona ed Alseno sta piano piano cancellando anche l’inevitabile cattiva reputazione che l’ha investita dopo il crollo e l’inchiesta dei pm Francesco Sottosanti ed Alessandra Falcone, il commercialista Gennaro Scalamandrè, capostipite di una scuola di amministratori giudiziari che si è formata a Firenze negli ultimi anni, vuole mettere la competenza del professor Di Prisco a disposizione di Esselunga e Palazzo Vecchio, al fine di sbloccare la situazione del cantiere, congelata dalla mattina del 16 febbraio dell’anno scorso quando il cedimento del corpo trave causò la morte di Luigi Coclite 60 anni, Mohamed Toukabri 54, Mohamed El Farhane, 24, Taoufik Haidar, 43, e Bouzekri Rahim, 56. Situazione che, com’è noto, preoccupa i residenti della zona ma anche i tecnici, visto che i materiali sono sottoposti ad un inevitabile ammaloramento.
Ecco l’idea di Scalamandrè: “Offriamo di verificare - ci dice -, con il pool del professor Di Prisco, le condizioni delle strutture presenti e di concludere l’appalto assegnato a Rdb Ita secondo gli accordi, se da parte di Esselunga ci sarà la volontà di andare avanti con l’opera”.
L’amministratore si pone come “interfaccia” fra le due parti a cui spetta anche una decisione per il futuro del supermercato previsto al posto dell’ex panificio militare. Una candidatura che si è tradotta in una lettera inviata anche alla sindaca Sara Funaro. Anche la procura e il giudice che ha seguito la ripartenza dell’azienda di prefabbricati stanno a guardare gli sviluppi: d’altronde, ogni istanza di dissequestro deve ottenere l’ok dei magistrati. Nel frattempo, la partita dell’inchiesta, legata ma indipendente dal destino della “nuova” Rdb Ita (che al termine di questo percorso “controllato“ dalla magistratura verrà riconsegnata ai suoi proprietari, sebbene uno di questi, Alfonso D’Eugenio, sia indagato e colpito da una misura cautelare poi annullata dalla Cassazione), sta intravedendo l’epilogo.