SILVIA BINI
Cronaca

"Distrutta un’attività capace di portare lustro al distretto"

Dure le reazione del centrodestra e degli ex allievi

Giuseppe Moretti, presidente dell’associazione ex allievi,. alla Camera con le deputate pratesi. Erica Mazzetti e Chiara La Porta

Giuseppe Moretti, presidente dell’associazione ex allievi,. alla Camera con le deputate pratesi. Erica Mazzetti e Chiara La Porta

Mentre la giustizia chiude il fascicolo, a Prato resta il senso di un’occasione persa e di un danno che non si cancella con un atto giudiziario. A dirlo sono le voci di chi, in questi anni, ha difeso l’esperienza del laboratorio e oggi, di fronte all’assoluzione piena, non riesce a trattenere un misto di sollievo e amarezza.

Giuseppe Moretti, presidente dell’Associazione Ex Allievi, usa parole dure: "Come presidente dell’Associazione ex Allievi non posso che ribadire quanto avevamo dichiarato all’indomani della chiusura del BuzziLab. Oggi questa sentenza dimostra che le attività del BuzziLab erano lecite e che la decisione, prima di sospenderne l’operatività e poi di chiuderlo, sia stata una scelta a dir poco discutibile. La chiusura del laboratorio, voluto più di cento anni fa dall’allora preside Tullio Buzzi e che aveva portato lustro e risorse alla nostra scuola per tutti questi anni, ha causato un enorme danno di immagine per il Buzzi e per chi in esso operava. Oltre a questo non va dimenticato l’indiscutibile danno economico per l’istituto e per le aziende che lo consideravano un punto di riferimento di valore internazionale".

Non è l’unico a pensarlo. Rita Pieri, ex capogruppo di Forza Italia, ricorda di aver presentato un esposto alla Corte dei Conti con Giorgio Silli "senza spirito persecutorio, ma per fare chiarezza: La giustizia ha fatto il suo corso, e ne prendo atto. Resta però un dato di fatto innegabile: la chiusura del BuzziLab ha prodotto un danno evidente per la città di Prato, sotto il profilo economico, formativo e reputazionale. Un danno che – pur non riconosciuto formalmente come erariale – ha avuto conseguenze concrete sulle imprese del distretto tessile, private di un punto di riferimento per i test e l’innovazione tecnica; sul mondo della scuola, che ha perso un’eccellenza formativa; sull’immagine di Prato, che ha visto dissolversi un modello virtuoso di collaborazione tra istruzione e industria".

Parole che si intrecciano con la critica politica. Leonardo Soldi, ex consigliere comunale, è netto: "La vicenda del BuzziLab è l’ennesima dimostrazione di come la politica, quando serviva davvero, abbia fallito. Nel 2019 c’era la possibilità concreta di trasformare il laboratorio in una fondazione e salvarlo. Regione, Comune e istituzioni locali si sono riempiti la bocca di promesse, ma alla prova dei fatti non sono riusciti a fare nulla. Si è scelto di non decidere, e Prato ha perso un pezzo importante della sua storia tecnica e produttiva".

E anche da Fratelli d’Italia arriva la voce di Tommaso Cocci, che parla di "una perdita incredibile per la città", di un "bene prezioso da tutelare e non da affossare", e accusa: "La politica non ha fatto di tutto per salvarlo… o almeno non tutti".

Si.Bi.