MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Classifica dei giardini più belli al mondo: uno è a Firenze, ha una vista spettacolare

La Top 25 stilata dal New York Times. Cinque giardini selezionati in Italia, non solo per la loro bellezza ma anche per il loro impatto sulla percezione e sulla evoluzione del design

I giardini di Villa Gamberaia (Foto Fai)

I giardini di Villa Gamberaia (Foto Fai)

Firenze, 8 maggio 2025 – Il New York Times ha stilato una classifica dei giardini più belli al mondo. E tra quelli che si piazzano nella Top 25, in un elenco che abbraccia 20 Paesi, c’è anche un giardino di Firenze: si tratta di quello di Villa Gamberaia, che si trova a nord della città. Il New York Times per l’occasione ha intervistato esperti di orticoltura – tra cui Deborah Needleman, Louis Benech, Tim Richardson, Tom Delavan, Juliet Sargeant e Toshiko Mori – selezionando e giudicando i giardini non solo dal punto di vista della loro bellezza, ma anche per il loro impatto sulla percezione e sull'evoluzione del design.

La domanda posta era molto precisa: “Saresti disposto a viaggiare fino all’altro capo del mondo per trascorrere un pomeriggio in uno di questi giardini?”. L’Italia ne è uscita bene, ospitando alcuni dei giardini più emblematici del pianeta e distinguendosi insieme alla Gran Bretagna. Entrando nel dettaglio della classifica, tra i cinque giardini più belli stilata dal New York Times, insieme al giardino fiorentino troviamo Villa d'Este a Tivoli, il Giardino di Ninfa, il Sacro Bosco di Bomarzo e Villa Pellico a Moncalieri. Per quanto riguarda il giardino fiorentino di Villa Gamberaia, si trova in una proprietà relativamente piccola (circa un ettaro) che è un concentrato di sapienza architettonica e paesaggistica dal Seicento al Novecento. Da qui si gode di una vista spettacolare che, dalla collina fuori dall'abitato di Settignano di cui sfrutta i terrazzamenti antichi, spazia sulla città di Firenze e sulla valle del fiume Arno.

La villa fu terminata nel 1610 e abitata dalla famiglia Lapi sino alla vendita ai marchesi Capponi, che ampliarono il giardino e vi aggiunsero statue e fontane. Nel 1896 la proprietà passò a un'eccentrica signora russa, Catherine Jeanne Keshko, moglie del principe Eugenio Ghyka, che dopo l'acquisto dedicò parte della propria vita alla trasformazione dei già famosi giardini, arricchendo l'austero impianto di sempreverdi con piantagioni colorate di rose e fiori e trasformando il settecentesco giardino all'italiana prospiciente la villa in un luminoso e ingegnoso gioco di pieni e di vuoti, nel quale vasche di acqua delimitate dal bosso potato sostituiscono i parterre. L'asse longitudinale di 225 metri è costituito da un grande viale a prato che termina a nord in un ninfeo decorato a bassorilievo e a sud si apre sulla valle.

Lungo l'asse trasversale di 105 metri, all'incrocio con quello principale si trova il cabinet decorato con statue, giochi d'acqua e quattro pregevoli scalinate simmetriche che danno accesso a due boschi di lecci secolari e al giardino dei limoni, con peonie arboree e spalliere di rose “Albertine”. Per la perfezione del modello architettonico, questo giardino è stato un riferimento nell'opera di due grandi paesaggisti contemporanei, Geoffrey Jellicoe, che si è ispirato per il restauro del giardino a Sutton Place, e Pietro Porcinai, nativo di Settignano e figlio di un giardiniere della Gamberaia. Il giardino fiorentino si pizza nella classifica mondiale in buona compagnia, accanto a meraviglie come il giardino di muschio del Tempio Saihoji a Kyoto e il giardino di Sissinghurst Castle in Inghilterra.