STEFANO BROGIONI
Cronaca

’Riapre’ il cantiere della strage. Ok alla messa in sicurezza. Via da Empoli vede la luce

La proprietà è stata autorizzata ad accedere all’area per sistemare lo scheletro pericolante. Ma la zona resta sotto sequestro: l’inchiesta è ancora aperta. E resta il rebus sul futuro.

La proprietà è stata autorizzata ad accedere all’area per sistemare lo scheletro pericolante. Ma la zona resta sotto sequestro: l’inchiesta è ancora aperta. E resta il rebus sul futuro.

La proprietà è stata autorizzata ad accedere all’area per sistemare lo scheletro pericolante. Ma la zona resta sotto sequestro: l’inchiesta è ancora aperta. E resta il rebus sul futuro.

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Via Mariti, la prima pietra della fase due. La procura di Firenze ha infatti autorizzato la società La Villata, ad avviare la messa in sicurezza dell’area del cantiere in cui il 16 febbraio del 2024, durante i lavori di realizzazione del supermercato Esselunga, morirono cinque operai a causa del crollo di una trave.

Significa che al termine di questa operazione, lo scheletro rimasto in piedi dopo il crollo-killer non sarà più in pericolo. E via Giovanni Da Empoli, la strada sul retro del cantiere, su cui insistono quei prefabbricati non ancora terminati - e per questo ritenuti non sicuri - potrà essere riaperta al traffico delle auto e ai pedoni.

Le operazioni non sono ancora iniziate, ma Esselunga, che controlla La Villata, fa sapere che "non appena ricevuta autorizzazione, l’azienda si è immediatamente attivata: stiamo procedendo con l’organizzazione delle attività per la messa in sicurezza dell’edificio di via Mariti".

L’accesso è stato consentito in un’area che rimane comunque sotto sequestro da parte della magistratura. E al termine dell’intervento di messa in sicurezza, sarà una commissione composta da Asl e vigili del fuoco a verificare la bontà del lavoro fatto e a dare quindi l’ok ai successivi provvedimenti.

Attesissimi in particolare dai residenti, visto che la strada chiusa, oltre a rivoluzionare la quotidianità di residenti e attività commerciale, ha creato una microzona di insalubrità e degrado.

L’inchiesta. Da quel tragico mattino (in cui morirono Luigi Coclite 60 anni, Mohamed Toukabri 54, Mohamed El Farhane, 24, Taoufik Haidar, 43, e Bouzekri Rahim, 56), sono passati diciotto mesi.

La procura non ha ancora chiuso le indagini. Anzi, sono tutt’ora in essere alcune misure cautelari.

Tre gli indagati, tutti collegati alla Rdb Ita di Atri, Teramo, l’azienda che ha progettato e realizzato il prefabbricato che non ha retto al peso del solaio. Viene loro contestato l’omicidio colposo e le lesioni colpose a carico di tre muratori rumeni scampati alla tragedia. L’accusa di crollo doloso è invece limitata ai due rappresentanti della Rdb Ita, oggi non più in carica: l’impresa è sotto amministrazione giudiziaria.

Secondo quanto ricostruito, grazie a una consulenza firmata dall’ingegner Stefano Podestà, nella trave crollata si sarebbero concentrati errori di progettazione e leggerezze produttive. In parte dettati dalla fretta imposta dai continui solleciti che avrebbe esercitato la committente per colmare i ritardi nella realizzazione del supermercato, in parte per l’inadeguatezza dell’impresa a progettare una struttura così complessa come il supermercato Esselunga.

Il futuro. Resta un rebus, nonché oggetto di dibattito cittadino, il futuro di quell’area che una volta era il Panificio militare. I comitati chiedono un parco, Esselunga non si è ancora espressa. Ma i tempi di apertura sono inevitabilmente slittati ed è impossibile, nella situazione attuale, farà una previsione.