
Bunpei Matsuda accanto all’opera donata «Inspiro-espiro» che si trova a Suvignano E’ stata realizzata in travertino
di Laura ValdesiSIENA"Il primo passo del bambino", si chiama la scultura in travertino. Rappresenta il piede di un piccolino nell’atto di toccare la terra. Per la prima volta. Ogni grande cammino è iniziato così, con un passo iniziale. L’autore è Takashi Yamazaki, l’opera spicca in località La piscina, sulla via Francigena, nell’azienda agricola Caparzo, comune di Montalcino. E ancora. Nell’ostello comunale di Radicofani ’Alceo Gestri’ si trova "Saluto a tutte le creature", la tavola di legno scolpita a dipinta da Kafumi Yamazaki. Ma in questo tracciato segnato da sculture, una quarantina in tutto, si trova anche "L’offerta del pane", in località Bella Gatta, tra Ponte d’Arbia e Buonconvento. Una mano tesa verso l’alto con un oggetto a forma di disco tra le dita. Il pellegrino può riconoscere in quell’offerta il dono della sua fatica che non lenisce la felicità ma l’accresce. Un viaggio immerso nella natura che tutto il mondo c’invidia accompagnato da una narrazione artistica a cui hanno contribuito numerosi scultori, ecco cosa è il Museo di arte diffusa della via Francigena senese. "Ci sono ancora diverse opere da collocare. L’iniziativa ha ricevuto apprezzamento anche a livello locale inducendo artigiani e artisti delle zone interessate dal progetto a sistemare proprie realizzazioni, fatte magari recuperando rottami di ferro come nel caso di Mario Nardi", spiega Fabrizio Padrini, presidente Dmo via Francigena senese. Che ha raccontato di questa eccellenza anche nella newsletter dell’Ufficio per la pastorale del turismo, del tempo libero e dello sport della Cei, la Conferenza episcopale italiana. "Per parlare di questo progetto ormai divenuto realtà dobbiamo andare indietro negli anni, a quando un gruppo di giovani scultori ha scelto Ponte d’Arbia per un simposio che si è poi ripetuto per più di dieci anni. E ogni anno ognuno di loro ha deciso di donare al territorio l’opera realizzata collocandola sulla Francigena nel tratto da Monteroni al confine con il Lazio", scrive Padrini nel portale della Cei. Ricordando che il progetto del Museo di arte diffusa è frutto della sinergia tra la Cooperativa di comunità cinque archi a cui si deve l’idea e le associazioni Fili intrecciati e Dmo via Francigena senese. Adesso il percorso artistico per pellegrini, turisti e sportivi è diventato un catalogo che raccoglie ogni opera con una breve descrizione, la sua collocazione e alcune notizie sull’autore. "E’ già a disposizione dei pellegrini e contiamo – sottolinea padrini – di distribuirlo in tutti i punti di accoglienza e presso pro loco e uffici turistici del comuni interessati. Accanto ad ogni opera metteremo delle targhette che permetteranno al viaggiatore , scansionando il qr code, di aprire una pagina web e leggere le notizie relative all’opera stessa".