ROSSELLA CONTE
Cronaca

Benvenuto a Firenze mister Cafone. Pose, selfie, grida e birra. “Il centro diventa sagra”

Il viaggio tra i costumi dei visitatori: ecco il decalogo della poca educazione Le guide: “Ci vogliono più luoghi deputati alla loro accoglienza”

Benvenuto a Firenze mister Cafone. Pose, selfie, grida e birra. “Il centro diventa sagra”

Firenze, 24 giugno 2025 – C’è chi si sdraia sul marciapiede, la schiena appoggiata al muro della basilica di Santa Croce, chi divora una pizza da asporto direttamente sulle scale di San Lorenzo, chi si toglie le scarpe e prende il sole in piazza Pitti come fosse a Rimini. Firenze, che ogni giorno accoglie migliaia di visitatori da tutto il mondo, è sempre più alle prese con il lato peggiore del turismo di massa: quello dei turisti maleducati, i “cafonal” che trasformano il centro storico in un campeggio a cielo aperto, senza rispetto per la città, la sua storia e chi ci abita. Paola Migliosi, presidente Confguide Confcommercio Firenze, è chiara: “Mangiano i panini anche sotto il loggiato degli Uffizi. La città è un sito Unesco, servirebbe che tutti gli operatori indirizzassero i visitatori in luoghi dell’accoglienza come nei giardini o in spazi attrezzati che il Comune dovrebbe mettere a disposizione”.

Le immagini rimbalzano quotidianamente sui social: gruppi accampati sui sagrati delle chiese, bottiglie di vetro abbandonate ovunque, persone che si lavano le ascelle alle fontanelle pubbliche, cori da stadio sotto la cupola del Brunelleschi. Scene ormai ordinarie in una città che in alta stagione può ospitare diverse migliaia di visitatori, spesso privi di regole o coscienza civica. “Non è un problema di numeri, ma di comportamenti – spiega Maria Romano, residente in via dei Servi –. Qui non si parla più di turismo, ma di invasione incivile. Firenze non è un parco giochi”. Il cuore del problema resta sempre lo stesso: l’assenza di rispetto verso i luoghi simbolo. In piazza Duomo si mangia ovunque, sporcando il pavimento, mentre i cartelli “vietato sedersi” restano lettera morta. In Santa Croce gruppi di giovani si stendono con asciugamani e panini, incuranti del valore e della sacralità del luogo.

Davanti a San Lorenzo, complice l’ombra delle navate e la comoda scalinata, si moltiplicano gli “aperitivi” improvvisati tra musica, birre e schiamazzi. E non sono risparmiati nemmeno i luoghi più sorvegliati: “Purtroppo anche davanti alla Galleria degli Uffizi si vedono turisti addentare panini in attesa del turno – racconta Marco Verzì, presidente di Federagit Confesercenti Firenze –. E lo spazio esterno della Loggia dei Lanzi è spesso usato come zona ristoro”. A nulla sembrano valere i divieti e gli appelli al buon senso. “Servirebbero controlli più visibili, più multe, ma soprattutto più educazione” è il pensiero di Fiorenzo Smalzi, uno storico commerciante riferendosi anche ai truffatori delle tre carte che sono spuntati come funghi in piazza del Duomo. Sui social, intanto, aumentano le proteste dei fiorentini: “Vorremmo vedere Firenze tornare una città vera, non un luna park ostaggio di chi la tratta come una sagra permanente” scrive una residente. Eppure, accanto ai gruppi chiassosi e irrispettosi, ci sono anche turisti silenziosi e innamorati, quelli che entrano con discrezione a Santa Maria Novella o si commuovono davanti alla bellezza delle Cappelle Medicee. È a loro che Firenze dovrebbe saper parlare di più. Perché il punto non è respingere, ma selezionare, non chiudersi, ma educare. Costruire un turismo sostenibile, che non divori la città, ma la rispetti e la valorizzi. Perché Firenze ha bisogno di turisti ma non a qualunque costo.