ROSSELLA CONTE
Cronaca

Turismo Firenze, la ricchezza in mano a pochi: “Introiti per tre miliardi. Ma stipendi da 600 euro”

Maurizio Magi, segretario generale della Filcams Cgil: “Nel capoluogo lavoro più povero e prestazioni ridotte all’osso”. Contratti con salari bassi, ferie ridotte, nessun permesso e scatti di anzianità

In città ci sono proprietari che gestiscono anche centinaia di appartamenti con appena una decina di persone impiegate

In città ci sono proprietari che gestiscono anche centinaia di appartamenti con appena una decina di persone impiegate

Firenze, 11 maggio 2025 – A Firenze il turismo muove una ricchezza enorme: oltre 3 miliardi di euro di consumi solo nel 2024. È quanto emerge da uno studio di Sociometrica, secondo cui l’intero sistema turistico nazionale — trainato da 500 comuni a vocazione turistica, tra cui il capoluogo toscano — vale complessivamente 57 miliardi. Numeri che raccontano un settore in salute, ma che nascondono un problema sempre più evidente: la mancata redistribuzione della ricchezza. "È tantissimo. Ma questa ricchezza che fine fa? Quanta ne va al lavoro e quanta ne va invece alla rendita o al capitale?", si chiede Maurizio Magi, segretario generale della Filcams Cgil Firenze.

A preoccupare il sindacato è infatti il crescente squilibrio tra chi lavora nel settore e chi invece intercetta le rendite. Dentro la galassia del turismo fiorentino ci sono alberghi, Airbnb, ristoranti, bar e servizi di ogni genere, ma la parte debole resta sempre il lavoro. "C’è un grande sistema di rendita che fa da padrone" spiega Magi. Tra l’altro dei 57 miliardi complessivi, solo 7 sono generati dagli affitti brevi, mentre i restanti 50 arrivano dalle strutture tradizionali come alberghi e ristoranti. Tuttavia, il peso degli affitti brevi — un modello che produce meno lavoro — è sempre più rilevante: rappresentano il 25% del mercato.

"Negli appartamenti la prestazione si riduce a poche funzioni elementari: check-in, check-out, pulizie e cambio biancheria in entrata e in uscita — chiarisce il sindacalista — mentre negli alberghi si sommano reception, bar, portineria, cucina e molti altri servizi. Di conseguenza il lavoro si impoverisce". Secondo le stime della Filcams, il 70% degli annunci di affitti brevi a Firenze fa capo agli stessi proprietari. "Abbiamo casi di property manager che gestiscono fino centinaia di appartamenti, affidandosi a società esterne con appena 10 persone impiegate. E purtroppo — denuncia Magi — non tutti sono assunti regolarmente: tanti lavorano a nero". L’ispettorato del lavoro ha già certificato irregolarità nel fenomeno. Oltre al lavoro nero, c’è poi il tema degli appalti e delle esternalizzazioni. "Molti servizi vengono affidati a lavoratori indiretti, spesso senza applicazione del contratto collettivo nazionale del turismo", sottolinea Magi.

Il risultato è la diffusione dei cosiddetti "contratti pirata", accordi firmati da sindacati di comodo che prevedono salari più bassi, niente quattordicesima, ferie ridotte, meno permessi e nessun scatto di anzianità. I dati confermano la fotografia di un settore fragile. Secondo Irpet, nel 2023 il 40% dei lavoratori del turismo in Toscana ha guadagnato meno di 8.000 euro lordi all’anno. "Sono lavoratori poveri — ribadisce Magi — eppure noi siamo riusciti a rinnovare il contratto nazionale, che prevede stipendi più dignitosi. Purtroppo non tutti lo applicano". Per affrontare la questione, il Comune di Firenze ha convocato la settimana scorsa un tavolo con le parti sociali e le categorie economiche, con l’obiettivo di fissare principi condivisi per migliorare sia la qualità dell’offerta turistica sia quella del lavoro.

"Per alzare il livello dell’offerta bisogna prima di tutto migliorare le condizioni di chi lavora — sostiene Magi — come Filcams proponiamo di avviare processi di riunificazione tra lavoratori diretti e indiretti. Bisogna trovare freni alle esternalizzazioni e incentivare le internalizzazioni. Solo così si potrà ridistribuire davvero la ricchezza che il turismo produce".