
"Come in qualsiasi attività produttiva, anche nel volontariato penalizza la diminuzione della popolazione e l’innalzamento dell’età pensionabile – dice Dimitri...
"Come in qualsiasi attività produttiva, anche nel volontariato penalizza la diminuzione della popolazione e l’innalzamento dell’età pensionabile – dice Dimitri Bettini (nella foto), presidente di Anpas Toscana, 126mila volontari e 160 associazioni–. Ma è anche vero che facciamo sempre più servizi, sia per una situazione emergenziale che da un punto di vista climatico si ripete frequenza plurimensile, sia per una serie di extra e più trasporti sanitari".
"C’è una flessione di vocazione sul volontariato sull’ambulanza. Altra cosa è il volontariato di protezione civile, la progettualità sociale, la tutela dell’ambiente. Su questi versanti il toscano medio è disponibilissimo ancora a offrire del tempo purché non sia incernierato in una turnistica simile al lavoro, come presuppone il servizio ambulanza".
Come risolvere la quadra quindi? "Le associazioni devono essere così brave da offrire al cittadino toscano che vuole prestare opera di volontariato una flessibilità maggiore".
La flessione dell’appeal per l’ambulanza, commenta il presidente, è causato da "un approccio più individualistico". "Quando ho cominciato 20 anni fa, le famiglie ti ringraziavano per il fatto stesso di essere arrivati. – ricorda – Oggi l’ambulanza è un servizio dovuto, si ragiona che ‘c’è un servizio 118, pago le tasse e deve arrivare’. Non è così, la capillarità, i tempi e qualità di intervento che abbiamo in Toscana, è perché è un servizio del popolo e per il popolo, dove ogni famiglia ci mette un pezzettino. Non basta il servizio sanitario pubblico...".
"Serve l’aiuto di tutti per riproporre alle persone il modello solidaristico – fa appello –. Se tutti dedicassimo 2 ore la settimana ci sarebbero i numeri per tutte le esigenze. La paura si supera attraverso la formazione e non c’è bisogno di saper tutto: il soccorritore non è un sanitario".
Carlo Casini