MONICA PIERACCINI
Economia

Carburanti, in Toscana la benzina torna sopra 1,7 euro al litro: rischio nuovi rincari

Il presidente di Faib Confesercenti Firenze, Federico Valacchi: “Siamo preoccupati, il grosso del prodotto arriva dal Medio Oriente”

Carburanti, in Toscana la benzina torna sopra 1,7 euro al litro: rischio nuovi rincari

Firenze, 23 giugno 2025 – Benzina verde di nuovo sopra quota 1,7 euro al litro in modalità self e gasolio a 1,67 euro in Toscana: i rincari dei carburanti, collegati all’escalation di tensione in Medio Oriente, iniziano a farsi sentire anche nei distributori della regione. Secondo i dati aggiornati al 23 giugno dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, i prezzi medi alla pompa sono tornati ai livelli di inizio primavera e rischiano ulteriori aumenti nei prossimi giorni.

“Siamo preoccupati della situazione – spiega Federico Valacchi, presidente di Faib Confesercenti Firenze –. La benzina ha già subito un aumento dai 3 ai 6 centesimi al litro e se il conflitto tra Stati Uniti e Iran dovesse aggravarsi, avremo inevitabilmente rialzi ancora più importanti. Piaccia o no, il grosso del prodotto arriva da Paesi come il Kuwait: se lo scenario peggiora, sarà difficile contenere gli effetti sul mercato”.

Prezzo benzina vola sopra a a 1,7 euro al litro
Il prezzo della benzina e del diesel aumenta a causa del conflitto tra Israele e Iran, influenzando il costo del petrolio

Il panorama internazionale è infatti in fermento dopo gli attacchi Usa all’Iran. E i segnali di allarme si riflettono immediatamente sui listini: secondo Staffetta Quotidiana, i prezzi medi nazionali sono già balzati ai massimi da aprile, con la benzina self service a 1,75 euro al litro e il diesel a 1,67, in linea con quanto si rileva in Toscana. Sulle autostrade, dove i rincari sono più evidenti, la verde in modalità servito ha superato i 2,1 euro al litro e in alcuni impianti è stata registrata anche a 2,38 euro.

Secondo l’Unione nazionale consumatori, in appena una settimana la benzina è aumentata in media di 4 centesimi al litro (circa +2 euro a pieno), mentre il gasolio è cresciuto di oltre 6 centesimi (+3 euro a rifornimento). “Il pieno è già rincarato e i prossimi giorni potrebbero essere ancora più difficili per automobilisti e trasportatori”, evidenziano le associazioni dei consumatori.

Codacons e Assoutenti denunciano inoltre il rischio di fenomeni speculativi: “Il conflitto in Iran, così come avvenuto per quello in Ucraina, viene usato come pretesto per aumentare i listini – spiegano –. In assenza di veri impedimenti alla produzione o al transito delle forniture, si rischia un effetto domino che inciderà direttamente sulle tasche degli italiani”.

Lo stretto di Hormuz, vero nodo strategico attraverso il quale transita quasi il 30% del greggio mondiale, rappresenta il punto più critico. In caso di chiusura o di blocco della navigazione, avvertono gli analisti, il barile di petrolio potrebbe schizzare oltre i 100 dollari, con la benzina che in Italia arriverebbe a costare in media più di 2 euro al litro (+16,7 euro a pieno) e il gasolio a quasi 1,95 euro (+18,4 euro a rifornimento). Su base annua, l’aggravio sarebbe di oltre 400 euro ad automobilista.

A preoccupare è anche l’impatto sui prezzi dei beni di consumo, in particolare quelli trasportati su gomma: “Solo per i generi alimentari – spiega Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti – un aumento medio dello 0,5% si tradurrebbe in una stangata da 800 milioni di euro sulla spesa delle famiglie italiane”.