DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Piano arenili, coro di "no". I balneari sono preoccupati: "Favorite le multinazionali"

Scetticismo sulla possibilità di ampliare fino al 20%. "Pericoloso in caso di aste" . Piace invece la chiusura delle verande. Stoccata Pd: "Ennesima occasione persa".

Il presidente del Consorzio mare Versilia Francesco Verona si dice preoccupato per i possibili effetti del Pua

Il presidente del Consorzio mare Versilia Francesco Verona si dice preoccupato per i possibili effetti del Pua

Sviluppo e rilancio sono i mantra che la maggioranza ripete dopo l’adozione in consiglio comunale del Piano arenili (Pua), che andrà a soppiantare il precedente strumento concepito oltre 20 anni fa. Ma le perplessità non mancano, soprattutto tra coloro che il mare lo vivono come attività principale. Ai balneari piacciono alcune novità come la possibilità di chiudere le verande dei ristoranti perché consentirà di lavorare in bassa stagione o in estate quando piove. Preoccupa invece la prospettiva di ampliare lo stabilimento fino al 20% in caso di demolizione e ricostruzione. "Fin da subito abbiamo detto al Comune di non essere d’accordo – spiega Francesco Verona, presidente del Consorzio mare Versilia – in quanto lo riteniamo pericoloso. La possibilità di inserire volumi molto grandi, con le aste delle concessioni dietro l’angolo, può invogliare i grandi gruppi e le multinazionali a fare concorrenza agli stabilimenti. Basta vedere quel che succede alla spiaggia attrezzata di Forte. Pertanto presenteremo le nostre osservazioni. Lo faremo dopo aver incontrato i tecnici che seguono i singoli stabilimenti, in modo da capire su quali punti potremo puntare. Diciamo di sì solo alla conservazione e ai piccoli aumenti su opere già esistenti, così come sulla chiusura delle verande dei ristoranti".

Bocciatura totale, invece, dal Pd, che parla di "occasione persa". "Il ritardo di sei mesi del Pua – scrivono gruppo consiliare e Unione comunale – racconta molto delle difficoltà interne alla maggioranza e della mancata sintonia con le categorie, in primis i balneari. Era l’occasione per restituire qualità, vivibilità e sostenibilità ambientale alla zona compresa tra il lungomare e la linea di costa, ma è stata mancata. L’incentivo degli incrementi volumetrici e l’ipotesi che nessun fabbricato esistente, tranne Nimbus e Bussola, abbia alcuna caratterizzazione storica da conservare contrasta con una visione coerente di tutela del paesaggio e di riqualificazione del fronte mare, vanificando la tutela della conduzione familiare degli attuali concessionari. Contestiamo anche la sopraelevazione di un piano per le case di guardianaggio, scelta miope che rischia di legittimare ulteriori interventi impattanti, e i 5 dehors in arrivo a Tonfano tra il ’Jamaica’ e il pontile modificando di nuovo aiuole e ciclopista a pochi anni dai lavori di riqualificazione".

Daniele Masseglia