Firenze, 10 giugno 2025 – Giorgia Agostini lavora come ragioniera a Milano, ma a Grosseto ha 27 ettari di terreno lasciati dai nonni in eredità al padre. Per questo, nel 2016, decide di partecipare al Programma di Sviluppo rurale della Regione Toscana, una sorta di ultima chiamata alla soglia dei 40 anni. La scommessa? Creare il primo luppoleto in Maremma, terra di olio, vini e cereali, ma non certo di quella materia prima che si usa per realizzare la birra.
Il suo punteggio è basso, ma due anni dopo viene ripescata. Ha un marito che lavora in una ditta di manutenzioni, due figlie piccole e nessuna competenza in agricoltura. “Quando mi sono avvicinata per la prima volta alla fiera di Campagna Amica, ho chiesto come mai non ci fossero le zucchine. Mi risposero che a febbraio, in Maremma, le zucchine proprio non si trovano. Eppure ho detto ‘ci provo’". Dopo quattro anni, la titolare del Podere Valzerino è pronta per il suo primo raccolto e oggi, 10 giugno, racconta la sua storia in un panel ad AgroFutura. Il titolo è “Giovani Agricoltori: uno sguardo sulla nuova imprenditoria agricola”.

La sfida del luppolo in Maremma
"Quando ho detto che avrei voluto realizzare un luppoleto tutti mi hanno guardato in maniera strana. Ho preso la patente per il trattore, ho stretto una collaborazione con l’università della Tuscia, e nel tempo siamo cresciuti. Il luppolo non è soltanto birra, ma anche farmaceutica e nutraceutica. E’ stata una scommessa, sono partita dal niente. Quando abbiamo messo a dimora le piante, i vicini le guardavano e mi dicevano che erano secche, ma gli agronomi mi rassicuravano. Quando a marzo ho visto che crescevano, è stato bellissimo”.
Agostini ha un impianto di circa 8mila metri sviluppato in collaborazione con l’università della Tuscia, oltre ad una Stanza sociale con la quale ha avviato una collaborazione coi detenuti di Massa Marittima: sono stati proprio loro ad aiutare col lavoro nei campi. “Abbiamo acquistato un trattore e realizzato anche un oliveto. E’ il punto di partenza per una filiera 100% in Maremma che porti al prodotto finito”. Il luppolo, però, non è soltanto birra. “Il nostro è un prodotto biologico. Ha molteplici proprietà: oltre alla birra, viene utilizzato in farmaceutica e nutraceutica. E’ un potente antinfiammatorio e antitumorale. Stiamo sviluppando le nostre tecniche per migliorare sempre di più, ma se sono qui è grazie al bando della Regione Toscana”
L’impegno della Regione per l'imprenditoria agricola giovanile
Al panel, moderato dalla giornalista de La Nazione Ilaria Ulivelli, era presente anche Fausta Fabbri, responsabile gestione delle misure del Psr per la consulenza, la formazione, l'innovazione, per i giovani agricoltori e per la diversificazione delle attività agricole Regione Toscana: "Il ricambio generazionale è una necessità e una sfida. Un settore come quello agricolo non può rimanere competitivo senza la presenza dei giovani, questo vale a livello europeo e anche per la Regione Toscana. Abbiamo investito 137 milioni che hanno consentito di insediare più di 1000 giovani. Quando un ragazzo entra in questo settore ha bisogno di non essere solo, deve essere inserito in una rete che lo aiuti soprattutto sul piano delle conoscenze. Anche dove c’è un’alta scolarizzazione, c’è un sapere che non è del settore. L’aiuto deve essere sul piano finanziario, ma la sfida è assicurare a questi giovani azioni per la formazione e la consulenza”.
Prosegue Fabbri: “Le parole chiave sono ascolto e conoscenza, capire le aspirazioni e gli obiettivi, ma anche i sogni e le paure. Spesso non si cambia proprio per paura di ciò che non si conosce. La semplificazione è uno degli aspetti chiave, ma senza banalizzare. Un giovane ha grande sensibilità all’innovazione, ma ci sono scogli come l’accesso al credito che devono essere superati. Una formula importante è quella del coaching, dove imprenditori più anziani affiancano i più giovani”.