REDAZIONE SIENA

Impianto agrivoltaico XXL. Coldiretti: "Piana di Rosia, solo consumo di territorio"

L’associazione interviene sul piano che prevede un parco da 238 ettari "Nessun legame con le aziende locali né reale beneficio per la comunità".

Nell’immagine di repertorio, un impianto agrivoltaico, che nelle premesse consente cioè di non eliminare l’attività agricola nella porzione di territorio interessato; i pannelli sono ovviamente molto più elevati rispetto a un normale impianto fotovoltaico

Nell’immagine di repertorio, un impianto agrivoltaico, che nelle premesse consente cioè di non eliminare l’attività agricola nella porzione di territorio interessato; i pannelli sono ovviamente molto più elevati rispetto a un normale impianto fotovoltaico

"Il nostro territorio rappresenta un patrimonio unico e deve essere utilizzato con la massima consapevolezza". All’indomani della pubblicazione della notizia sul mega impianto di agrivoltaico progettato a Sovicille (238 ettari da realizzarsi tra San Rocco e la piana di Rosia), Coldiretti Siena interviene sul tema, perché l’intervento "rischia di incidere profondamente sulla trasformazione del suolo agricolo e sul paesaggio, modificando in maniera irreversibile l’identità stessa di un’area che ha nella ruralità e nella sua vocazione produttiva la propria ricchezza".

Coldiretti, annunciando che inoltrerà le proprie osservazioni alla Regione (in ballo c’è la possibile - anzi, probabile - procedura di Valutazione ambientale), sottolinea che "il suolo non è una risorsa infinita, ma è il fondamento della nostra sovranità alimentare ed ecologica. Ogni ettaro sottratto all’agricoltura rappresenta una perdita non solo per chi lavora la terra, ma per l’intera comunità, che vede ridursi la capacità di produrre cibo, difendere la biodiversità, preservare il paesaggio e attrarre turismo. Accogliamo con interesse i passi verso la transizione energetica, ma crediamo ci sia la necessità di un processo inclusivo: servono progetti realmente integrati con l’agricoltura e tavoli di coprogettazione che coinvolgano in prima persona gli agricoltori e siano al servizio dell’impresa agricola".

"L’agrivoltaico – sottolinea ancora l’associazione – deve essere uno strumento per sostenere il reddito delle imprese agricole, favorire l’autosufficienza energetica e generare nuove opportunità di sviluppo sostenibile. Nel caso della piana di Rosia, però, non vediamo alcun legame con le aziende agricole del territorio, né un reale beneficio per la comunità locale. Si tratta di un intervento che consuma enormi porzioni di suolo agricolo fertile, senza restituire valore a chi vive e lavora in quell’area".