La vertenza Beko si appresta a compiere un altro importante passo. I 299 lavoratori dello stabilimento di Siena, dopo mesi di lotte, e anni di incertezza, stanno riuscendo, a poco a poco, a concretizzare le proprie rivendicazioni. L’incontro in programma questa mattina fra le rappresentanze sindacali dello stabilimento senese e i vertici della multinazionale darà il via alle uscite volontarie dei lavoratori con l’incentivo della Naspi.
Nell’accordo quadro firmato dai sindacati con il ministero delle Imprese, che ha individuato e continua a supportare il processo di reindustrializzazione, in particolare attraverso la ricerca di un nuovo soggetto investitore, è previsto un incentivo all’esodo di 90mila euro per chi lascerà l’azienda entro dicembre, data in cui la multinazionale turca lascerà definitivamente lo stabilimento di Siena, con la chiusura della produzione. Inoltre, sarà attivata una cassa integrazione conservativa della durata di 24 mesi, insieme ad un contributo una tantum di 15mila euro, per chi sarà ancora presente in attesa del nuovo investitore.
"Il sito di Siena entra in un piano di reindustrializzazione coordinato da Invitalia e dal Comune, finalizzato a preservare occupazione e sviluppare nuove attività produttive – commenta Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl di Siena –. È la prova concreta che concertazione e dialogo tra parti sociali e istituzioni possono proteggere i lavoratori e creare opportunità per il territorio". La volontà è quella di non lasciare Siena senza uno stabilimento produttivo, oltre che 299 famiglie senza un’entrata.
"Sfrutteremo l’incontro con l’azienda, oltre che per la firma della Naspi, anche per capire se ci sono degli avanzamenti nello stato di individuazione dei reindustrializzatori – commenta Massimo Martini, segretario Uilm Uil di Siena –, sappiamo che ci sono già dei soggetti, vogliamo avere voce in capitolo e seguire il processo da vicino".
Una volta capito chi sarà il nuovo investitore i lavoratori potranno contare su circa un milione di euro di fondi regionali per la loro formazione, che riguarderanno tutti coloro che al 31 dicembre risulteranno nel perimetro dei 299 lavoratori. Le iniziative comunque andranno avanti, mentre il 31 dicembre, data in cui i macchinari Beko si spegneranno definitivamente, si avvicina sempre di più.
"Approfitteremo della campagna elettorale regionale per ricordare alla politica di aver preso un impegno rispetto a quella che è stata sempre la priorità di questa vertenza, ovvero la reindustrializzazione – spiega Daniela Miniero, segretaria provinciale Fiom Cgil –. Mi piacerebbe che a prescindere dal colore politico della prossima giunta regionale si possa dare proseguo all’impegno preso. Anche perché la vertenza potrebbe fare scuola anche per altre realtà".