ANTONIO PASSANESE
Cronaca

Ex teatro Comunale, la partita dello ‘sconto’: congelati 315mila euro di oneri, e palazzo Rinuccini è in ritardo

Savills ha realizzato edifici e cubo contestati. “Per le opere accessorie costi lievitati, conti da rivedere”. A Palazzo Vecchio verifica tecnica in corso. Intanto il progetto di housing sociale slitta al 2026

Il cubo nero all’ex Teatro Comunale (Foto Gianluca Moggi / NewPressPhoto)

Il cubo nero all’ex Teatro Comunale (Foto Gianluca Moggi / NewPressPhoto)

Firenze, 26 agosto 2025 – A far discutere ora non è solo l’impatto visivo della torre bianconera accanto all’ex Teatro Comunale, ma anche una questione economica. Savills Investment Management S.p.A., per conto di Hines, la società proprietaria del complesso, ha infatti presentato una richiesta al Comune di Firenze per ottenere lo scomputo di 315mila euro dagli oneri di urbanizzazione (primaria e secondaria) dovuti a Palazzo Vecchio per la costruzione dei tre edifici che includono anche il discusso cubo che svetta da corso Italia. La richiesta si fonda su una delibera approvata nel 2023 dall’amministrazione Nardella che concedeva possibili agevolazioni sugli oneri di urbanizzazione ai costruttori a causa dell’aumento dei costi di materiali e energia sul mercato. Savills sostiene appunto di aver speso di più durante la realizzazione delle opere accessorie, oltre ad aver fatto – su richiesta del Comune – due nuove postazioni interrate per i rifiuti, inserite in una variante progettuale. Secondo la convenzione stipulata con Palazzo Vecchio, e in particolare l’articolo 7, Savills avrebbe dovuto corrispondere gli oneri in sei rate.

Prima di concedere lo scomputo richiesto, gli uffici tecnici del Comune (urbanistica, edilizia, infrastrutture e verde) hanno deciso di effettuare una verifica puntuale per accertare se i costi sostenuti siano realmente superiori a quelli inizialmente previsti. In attesa dell’esito delle verifiche, il Comune ha sospeso il pagamento dei 315mila euro da parte di Savills. La somma sospesa è così composta: 189mila euro riguardano la sesta rata (e corrisponde al denaro speso per gli interrati) mentre gli altri 133mila riguardano il presunto aumento dei prezzi a causa della guerra in Ucraina.

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Ma quali sono le opere di urbanizzazione che Savills sta realizzando (alcune delle quali già terminate) per riqualificare il quadrante in cui è situato l’ex Comunale? La lista è riportata nell’accordo col Comune, all’articolo 6. “L’operatore (leggi azienda di costruzione, ndr) assume a proprio totale carico gli interventi sull’isola pedonale di via Solferino e su via Curtatone: sostituzione sedute, sostituzione e aumento del numero dei cestini porta rifiuti, piantumazione di nuovi alberi, del tipo tigli, secondo lo schema originario contenuto nelle immagini storiche, rimozione segnaletica verticale tra via Solferino e piazza Vittorio Veneto”. E ancora. “Interventi sulle aiuole di via Solferino, sostituzione della pavimentazione drenante, protezione dei giardinetti pubblici, pulizia e manutenzione del cordonato in granito. Riqualificazione dei marciapiedi su corso Italia, via Magenta e via Garibaldi con selciato macigno, rifacimento (nelle stesse strade, ndr) della carreggiata con sostituzione dei pozzetti” e, infine, “distacco, recupero e ricollocamento di un dipinto murale e di mascheroni a rilievo nell’ex Teatro Comunale”.

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Un ulteriore capitolo, dunque, si aggiunge alla vicenda, dove alle critiche sull’estetica si sommano ora anche le valutazioni economiche. E non è finita qui. Perché è di ieri la polemica innescata da Angela Sirello, Matteo Chelli e Alessandro Draghi, riaspettivamente capogruppo e consiglieri di Fratelli d’Italia in Comune, sui 2 milioni di oneri di urbanizzazione che Cassa Depositi e Prestiti ha versato a Palazzo Vecchio all’indomani dell’acquisto dell’ex teatro, come contributo all’housing sociale. “Il comune ha utilizzato queste risorse per finanziare la realizzazione di sei nuovi alloggi Ers in Palazzo Rinuccini, a Santo Spirito – affermano i meloniani – Come lo ha fatto, però? Aggiudicando, nel 2023, un appalto col criterio del massimo ribasso. I lavori procedono a rilento: il termine di conclusione originariamente previsto per settembre 2024 è stato più volte prorogato, fino ad arrivare al marzo del 2026. Tutto questo per sei appartamenti, importanti sì, ma assolutamente insufficienti al fabbisogno effettivo”. Per l’amministrazione risponde Edoardo Amato (Pd): “Polemiche sterili e infondate. Oltre alla realizzazione degli alloggi, c’è da considerare anche la spesa per la conservazione e l’adeguamento dello storico palazzo”.