
La commissione Ecomafie, con il presidente Jacopo Morrone. è stata accompagnata dal sindaco. Edoardo Prestanti
L’abbandono dei sacchi neri non finisce mai. La campagna di Carmignano ma anche il Macrolotto zero e tante altre aree circostanti, continuano ad essere assediate da questo fenomeno. Ieri è venuta in visita la Commissione parlamentare Ecomafie che ha fatto tappa al casolare in prossimità della via Statale, usato come discarica, poi in via Granaio e a Prato.
La commissione Ecomafie, con il presidente Jacopo Morrone e la componente Simona Petrucci, è stata accompagnata dal sindaco Edoardo Prestanti, dal vicesindaco e assessore all’ambiente Federico Migaldi e dal responsabile del settore ambiente, l’ingegner Stefano Venturi. Lo scenario parlava da solo: decine e decine di scarti tessili, della pelletteria, materiali di lavorazione che una ditta, in regola con i formulari, smaltisce rivolgendosi a ditte specializzate. Ma anche chi è in regola può usare l’escamotage dell’abbandono per "falsificare" i dati della produzione e dell’occupazione interna. Quindi non è solo un problema di lavoro nero vero e proprio ma anche di frodi allo Stato.
Cosa hanno chiesto gli amministratori alla commissione? "Un sistema di controlli di livello superiore – hanno detto Prestanti e Migaldi – poi disposizione legislative che consentano di classificare gli scarti del "fast fashion" per il loro riutilizzo; forme di più stretta collaborazione tra istituzioni locali e organi statali; un ’patto’ con le rappresentanze, anche diplomatiche, dell’imprenditoria del pronto moda".
Gli scarti tessili sono risorse da trasformare: "Per questo – hanno aggiunto sindaco e assessore - c’è bisogno di interventi normativi per rifiuti, come nel caso, provenienti da produzioni non di alta qualità, difficilmente ricollocabili nel ciclo tessile, ma che possono trovare altri impieghi, in altri cicli produttivi. Per creare le condizioni di un ciclo virtuoso da questi rifiuti, insieme ad interventi normativi, c’è bisogno di un sistema efficace e diffuso di verifiche e di controlli. Un ufficio speciale, perché i Comuni come il nostro non hanno né mezzi né personale per intervenire, in aree perlopiù private, dove dovrebbero essere i proprietari a rimuovere i rifiuti".
Secondo le cifre fornite dal tenente colonnello Paolo Caramalli, del nucleo investigativo forestale di Prato, il distretto produce circa 50 mila tonnellate di scarti tessili, delle quali mille, e forse più, sfuggono al sistema di raccolta, abbandonati o racchiusi in circa 20.000 sacchi neri. "Siamo ben contenti – hanno concluso Prestanti e Migaldi – che i parlamentari siano venuti a constatare la situazione. Li ringrazio. La nostra disponibilità a collaborare con la Commissione è piena. Stiamo mettendo a punto un’ordinanza per vietare l’accantonamento dei rifiuti al di fuori degli stabilimenti industriali, non sulla sede stradale".
M. Serena Quercioli