
Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, analizza il momento difficile della città tra mafia cinese e le ombre della massoneria. La ricetta per uscirne: "Azzerare la vecchia classe dirigente" .
"Prato si trova in mezzo a quella che si definisce una tempesta perfetta". Abbiamo sentito Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, analista ed esperto di mafie, per provare a fare la radiografia al momento complicatissimo della città, stritolata da ombre che forse sapeva di avere. Ma di cui forse non immaginava di restare vittima.
Prato sembra non conoscere pace. Dopo il terremoto Bugetti, l’ormai ex sindaca indagata per corruzione, ora il caso Cocci (FdI) vittima di un adescamento a luci rossi e di lettere minatorie con richieste di dimissioni. Lettere nelle quali si ricorda anche l’appartenenza dello stesso alla massoneria. Come legge questo funesto 2025 pratese?
"A prescindere dai casi giudiziari emersi ed in corso che dureranno comunque del tempo, Prato non conosce pace perché paga gli errori commessi da una parte della classe dirigente socio politica che evidentemente ha sbagliato qualcosa. Oggi Prato è in mezzo a quella che in gergo tecnico si definisce la ’tempesta perfetta’. Abbiamo una economia in crisi, una indagine che vede un intreccio fra politica, massoneria deviata, imprenditori, funzionari dello Stato, mafie, in primis la cinese con la guerra delle grucce, ma non solo, per finire ai pestaggi dei lavoratori, allo sfruttamento degli stessi ed all’usura. Non dimentichiamo poi la recente visita della commissione parlamentare antimafia. Direi che il nuovo Procuratore Luca Tescaroli, a cui va la mia totale stima e di cui conosco le capacità professionali, si è trovato uno scenario molto variegato ed intricato. Per fortuna è l’uomo giusto in questo momento".
Lo aveva già detto in un’intervista sulla Nazione ad agosto: "Bisognerà stare molti attenti alle prossime elezioni e vedere se e chi sarà influenzato dalle triadi perché cercherà di influenzare il risultato...". La pensa sempre così?
"Sì. Al punto che ritengo come regola prudenziale che le dichiarazioni pubbliche dei vari candidati e le frequentazioni vadano monitorate in modo approfondito. Dire queste cose per delle elezioni in Toscana, devo ammettere che mi fa un certo effetto, ma è necessario. Siamo in un territorio che ha sottovalutato il problema mafie e non solo, e si vota con le preferenze che a volte invitano alle scorciatoie".
Mafia cinese a parte, in un’intervista a Thedotcultura riflettendo proprio su Prato parla di un sistema di potentati che potrebbe favorire la scelta dei candidati alle elezioni. Quando parla di potentati cosa intende?
"Il mio è un ragionamento da analista. L’analista rispetto a chi indaga è ovviamente più libero. Senza fare alcuna caccia alle streghe, quando ci sono realtà come Prato, ricche, in crisi con tanti soldi puliti e sporchi, è assai plausibile che si creino delle consorterie di diversi soggetti. Tra questi sicuramente esiste anche una parte ignara, di chi da anni è imprenditore. Ma ci sono i collusi che sanno sempre come emergere e fare affari. Questo è lo scenario che spesso avviene in realtà tipo Prato. Non dimentichiamoci mai il potere dei soldi, specie le enormi quantità di contanti in grado di essere messe a disposizione dai clan cinesi. Ed in grado di influenzare le elezioni".
La massoneria è finita all’attenzione delle procure, sia nell’indagine Bugetti-Matteini Bresci che in quella legata al caso Cocci, il quale peraltro ha ammesso di far parte della loggi Sagittario da molti anni. Lei come vede la massoneria? A destra e a sinistra c’è chi ha detto: fuori i massoni dalle liste. Non rischia di essere una caccia alle streghe?
"Io sono contro per mia natura alla caccia alle streghe, nei confronti di ogni categoria. Ma se la massoneria è finita nell’inchiesta dalle carte giudiziarie sicuramente è perché dei suoi membri ci sono finiti dentro. La responsabilità è individuale. Ma mi permetto di avanzare un consiglio: chi devia va punito internamente. Questo vale per ogni tipo di associazione. Per quanto riguarda Prato ribadisco che ritengo che la vecchia classe dirigente vada azzerata, e si debba ripartire da ciò per riportare la città alla prosperità".
Le elezioni regionali sono alle porte. Prato in primavera si misurerà anche con la comunali...
" I partiti scelgano come meglio credano, non mi permetto di suggerire alcunché, ma i candidati dichiarino se fanno parte di logge massoniche, e, aggiungo, anche a quali altre associazioni sono iscritti. Dobbiamo abituarci alla trasparenza massima. Le consorterie hanno una partecipazione variegata di soggetti tra cui pure i mafiosi. Il procuratore della Dda Spezia ha detto in una delle interviste rilasciate ad agosto una cosa importante, ossia che ‘appartiene alla logica delle organizzazioni mafiose alimentare rapporti con esponenti delle istituzioni per consolidare posizioni di potere e ampliare la sfera del business, offrendo sostegno in occasione di competizioni elettorali’. Facciamo tesoro di quanto ha detto".
Il ‘sistema Prato’ sembra un sistema marcio. C’è ancora speranza? come cambiare la rotta?
"Certo che c’è speranza. Nonostante le consorterie. Prato è una città di lavoratori. Azzeri e riparta in modo da creare la propria ricchezza basandosi su due pilastri necessari che devono andare assieme: legalità e sviluppo. La legalità senza sviluppo s’inceppa. Lo sviluppo senza legalità porta soldi a pochi e fa implodere la società".
Maristella Carbonin