
I boschi ne risentono se vengono messi particolarmente sotto pressione da centinaia di persone che vanno in cerca dei prodotti della terra (foto d’archivio)
Pistoia, 9 settembre 2025 – Con la fine della parte più torrida dell’estate, e l’arrivo oramai testato anche sul territorio delle prime piogge e temporali, il bosco è tornato a vivere, utile per rinfrescare l’ambiente ma soprattutto per favorire la nascita dei funghi che, come ogni mese di settembre, diventano l’obiettivo primario da portare a casa per centinaia di cercatori sulle nostre colline e montagne, sia gli esperti ma purtroppo anche coloro che si avventurano in maniera amatoriale.
Ecco perché, proprio quelli che stiamo vivendo, sono giorni di grande apprensione e stress per i boschi pistoiesi e pesciatini, visto che i due comuni non hanno limitazioni sugli accessi come invece avviene per i territori montani, ovvero San Marcello Piteglio, Sambuca Pistoiese, Marliana e Abetone Cutigliano.
“La prima buttata dopo le piogge delle ultime due settimane sta iniziando a partire proprio in queste ore – afferma Ezio Bertocci, presidente dell’Associazione Micologica Pistoiese – e devo dire che ha persino colto di sorpresa i cercatori perché la stavamo aspettando per metà di questa settimana. Purtroppo le chiusure e interdizioni a macchia di leopardo nei territori montani non aiutano: ecco perché, non più tardi di venerdì è stato segnalato un deciso affollamento di auto subito dopo la galleria del Signorino sulla SS64 “Porrettana”: la paura è che la scena si possa ripetere, con numeri ancora maggiori nei prossimi giorni e sarebbe un bel problema”.
Ricordiamo infatti che, secondo una apposita delibera licenziata dalla Giunta regionale della Toscana lo scorso giugno, nei quattro comuni montani già citati la raccolta dei funghi è vietata al martedì per i non residenti e il venerdì per tutti: questo comporta un forte aumento di accessi nelle zone dove c’è maggior produzione di funghi da parte del bosco nei territori di Pistoia, Pescia e in parte anche Montale che non hanno limitazioni e, gioco forza, vengono presi d’assalto dai cercatori.
“Questo aspetto è quello più preoccupante – prosegue Bertocci – perché poi i boschi ne risentono se vengono messi particolarmente sotto pressione da centinaia di persone che vanno in cerca dei prodotti della terra da portarsi a casa. È anche per questi motivi che, già da qualche settimana, siamo in contatto con le autorità regionali per cercare di far ampliare le chiusure anche agli altri comuni che non sono coinvolti perché i boschi devono avere anche dei periodi di riposo. C’è poi anche un altro aspetto sicuramente preoccupante ed è quello legato a chi si improvvisa cercatore e provoca danni, oppure chi non ha autorizzazioni e preparazione sia per conoscere i funghi che per affrontare le difficoltà del cammino: in questo momento il passaparola è l’arma più potente, soprattutto con la condivisione delle foto sui social, per portare sempre più gente nei boschi”.