
I controlli dell’esercito dentro la stazione Santa Maria Novella di Firenze
Firenze, 9 settembre 2025 – Lo scambio avviene in un lampo, davanti a tutti. Una pallina di crack sputata dalla bocca dello spacciatore, infilata nella mano del cliente che si sposta di qualche metro. Poi accende la pipetta di vetro e comincia a tirare, in piedi sotto il sole, a pochi passi dai trolley dei turisti, dalle ragazzine e dagli studenti che passano in gruppo. È la prima immagine che Firenze regala a chi esce da Santa Maria Novella. Uno scalo ferroviario che sembra terra di nessuno, un crocevia dove il degrado si mostra senza pudore. Non negli angoli nascosti, ma in uno dei tratti più visti e attraversati della città: a due passi dalla fermata della tramvia.
È così che tra l’odore dei panini caldi e il canto delle guide che accompagnano gli americani, la paura dei borseggi e la puzza del crack si insinuano nell’aria come intrusi. Il tratto più critico è quello davanti al negozio di telefonia. Qui stazionano trenta, cinquanta persone, perlopiù cittadini nordafricani e senzatetto. Alcuni a torso nudo, in pieno giorno, vendono droga o oggetti rubati (AirPods, caricabatterie, cover, portafogli). È un mercato nero all’aperto, dove basta cercare per trovare qualunque cosa, specialmente la droga.
Sembra un movimento meccanico: gli spacciatori che sputano le palline (pronte ad essere ingoiate in caso di perquisizione), i tossici che comprano e consumano lì, a due metri dall’ingresso dei negozi. Quell’ammasso umano sembra una bomba a orologeria, dove la marginalità e lo sballo fanno da innesco. E infatti basta un disguido sulla dose e il caos esplode. È l’ora di pranzo ma un cliente alza la voce contro lo spacciatore, gli animi si accendono, gli altri provano a dividerli, ma la scintilla ormai è partita. Così davanti all’ex Bar De Anna scatta la rissa: urla, spintoni, corpi che si scontrano mentre la gente accelera il passo. Un scena, ascoltando chi lavora nella zona, ormai tipica del paesaggio urbano. E infatti anche i commercianti vivono in trincea.
"Abbiamo paura ad andare al lavoro”, raccontano. Il commesso del negozio di trucchi del sottopassaggio ha sporto denunce per aggressione: quando sorprende qualcuno a rubare, la reazione è violenta. “Ci insultano, ci minacciano, ti mettono le mani addosso. Non sai mai come va a finire”, racconta con voce bassa, guardandosi intorno. Anche la commessa del negozio di cover ha denunciato molestie e palpeggiamenti, oltre ai tentativi continui di furto. “Lavorare qui significa essere pronti a subire sempre qualcosa” spiega. Ma la situazione più complessa, come detto, è di fianco al negozio di telefonia, appena fuori dalla stazione.
A volte, spiega il commesso, il personale si è dovuto chiudere dentro insieme ai clienti perché fuori esplodevano risse e minacce. “Abbiamo sbarrato la porta e siamo rimasti dentro in silenzio, con le persone impaurite. È il caos, è assurdo. Infatti qui chiudiamo e ci spostiamo nel sottopasso, sperando che la situazione migliori», raccontano. Così dopo lo storico bar De Anna, un’altra attività è costretta ad alzare i tacchi, non per mancanza di lavoro ma per il degrado che attanaglia il marciapiede: lo stesso che tiene lontano i clienti e non fa sentire al sicuro i lavoratori. Poi c’è anche il lato del borseggio, che come emerge dai social, qui è pane quotidiano.
Sulle scalinate ci sono le due giovani donne che stanno ‘spopolando’ online per i furti e i colpi messi a segno. La gente ormai le riconosce, le indica, i militari le tengono d’occhio ma senza seguirle sul tram. Appena si avvicinano alla fermata qualcuno grida: «Occhio, queste rubano!». Le due aspettano l’ultimo secondo per salire a bordo, si infilano e poi spariscono. Tra i pendolari serpeggia lo sconforto, tra i turisti l’imbarazzo di non sentirsi al sicuro nemmeno a pochi metri dal Duomo. I controlli ci sono, e che le forze dell’ordine presidiano e intervengono è innegabile.
Ma la sensazione è che il problema sia più grande di loro, che la piazza abbia inghiottito ogni regola. Perché appena polizia e militari si allontanano lo spaccio continua, i borseggi riprendono, e il rischio delle risse torna a farsi concreto. La bellezza di Firenze, quella che si svela a ogni angolo e che incanta il mondo, alla stazione sembra scomparsa. Resta il suo contrario: il caos, il degrado, l’abbandono. Un contrasto feroce con la grandezza artistica che si trova a pochi metri di distanza.