REDAZIONE PRATO

Il ministro Piantedosi il 29 luglio in prefettura

Aveva preparato un dossier sul “caso Prato“ dove erano inclusi documenti, relazioni, articoli di giornale. Un dossier sull’ illegalità...

Il ministro Matteo Piantedosi

Il ministro Matteo Piantedosi

Aveva preparato un dossier sul “caso Prato“ dove erano inclusi documenti, relazioni, articoli di giornale. Un dossier sull’ illegalità diffusa in moltissime aziende a conduzione cinese, sfruttamento lavorativo ed evasione fiscale, strategia ’apri e chiudi’, ma anche sul pericolo delle infiltrazioni mafiose e delle alleanze criminali. E lo aveva consegnato al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi chiedendogli di venire in visita a Prato per conoscere direttamente i tanti problemi. La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti è riuscita nell’obiettivo: il capo del Viminale sarà in città il 29 luglio; il ministro presiederà il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico in prefettura. Un successo ’diplomatico’ che apre scenari di interventi governativi conseguenti alla gravità dello scenario pratese.

“Sarà fondamentale e lascerà il segno la visita del ministro - sottolinea Erica Mazzetti - conoscerà di persona la realtà pratese“.

La deputata di Forza Italia in questi giorni di post ’terremoto’ politico e amministrativo a Prato ha attaccato il sistema di potere del Pd. E anche ieri sono arrivate bordate ai dem: "È molto grave come il Pd stia piegando i tempi del voto democratico in Toscana alle sue piccole esigenze. Stiamo assistendo a uno spettacolo indegno: un’intera regione, in un momento complesso per i suoi distretti e per la sua economia, vive ostaggio delle logiche delle correnti Pd, dei soliti veti e veleni incrociati. Dimostrazione plastica che il partito di potere in Toscana è democratico a parole: democratico in quanto, nella loro mentalità sbagliata, organizzano loro le elezioni. Tuttavia, questi sotterfugi devono essere da stimolo a lavorare ancor più seriamente a mettere le basi di un’alternativa di governo chiara di cui la Toscana ha bisogno come l’ossigeno“.

Anche “perché Giani sta lasciando dietro di sé macerie: si perdono attività commerciali, fuggono via le persone, nessuna impresa ci sceglie perché non siamo attrattivi, una burocrazia elefantiaca, rete infrastrutturali vetuste, non c’è un credibile piano dei rifiuti“. Insomma per Mazzetti “il sistema clientelare ha soffocato il motore economico della Toscana“. L’inchiesta, che ha portato intanto alle dimissioni di Ilaria Bugetti, “chiama in causa - come nel caso di altre inchieste sui rifiuti - anche la Regione Toscana, il Pd, le sue scelte, il suo modo - sbagliato - di gestire l’interesse di partito come fosse quello pubblico. Ora vorrebbero tenere in sospeso una regione di 3 milioni e oltre 600 mila persone fino alla risoluzione delle beghe interne, come sospesa per colpa del Pd è una città quale Prato" conclude Mazzetti.

L.C.