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Prato e il caso Cocci, Belgiorno respinge tutte le accuse: “Non ho diffuso io le lettere osé”

L’ex esponente di Fratelli d’Italia afferma che lunedì chiarirà la propria posizione ai magistrati. Il suo legale annuncia querele e definisce ‘incommensurabili’ i danni subiti

Da sinistra Andrea Poggianti, Tommaso Cocci e Claudio Belgiorno

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Prato, 12 settembre 2025 – Claudio Belgiorno, ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Prato, rompe il silenzio e respinge punto su punto le accuse che lo vedono indagato per revenge porn, diffamazione aggravata nei confronti dell’ex collega di partito Tommaso Cocci e truffa ai danni del Comune.

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Al centro dell’inchiesta, condotta dalla Procura di Prato, guidata da Luca Tescaroli, ci sono presunte lettere anonime e materiale a contenuto sessualmente esplicito che sarebbero stati diffusi ai danni dell’avvocato Tommaso Cocci, ex collega di partito e fino a poco fa in corsa per le elezioni regionali.

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Belgiorno, attraverso una nota del suo legale Ugo Fanti, nega categoricamente di aver avuto alcun ruolo nella diffusione del materiale. Secondo la difesa, “non è stato inviato né condiviso alcun contenuto riconducibile alla persona dell’avvocato Cocci, tanto meno a carattere sessuale”.

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Il legale contesta anche una delle circostanze riportate negli ultimi giorni: durante la perquisizione domiciliare non sarebbe stata rinvenuta alcuna lettera anonima non affrancata o priva di francobollo, come emerso da alcune indiscrezioni.

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Per questa ragione, annuncia Fanti, sarà presentata una denuncia per la diffusione di informazioni coperte da segreto istruttorio, giudicate peraltro “false e lesive”.

La strategia difensiva

Belgiorno ha già depositato istanza per essere interrogato e non si avvarrà della facoltà di non rispondere. L’incontro con il pubblico ministero, previsto per lunedì 15 settembre  sarà l’occasione per fornire la sua versione dei fatti: “illustrerà circostanze e elementi concreti su cui – sostiene il legale – il pm dovrà inevitabilmente prendere attoi”.

Sul piano politico, l’ex consigliere ha annunciato il suo addio a Fratelli d’Italia: “Con questo clima – ha scritto sui social – non potevo più restare nel partito. Ora posso finalmente difendermi e dire la verità”.

Il capitolo rimborsi

Parallelamente all’indagine sul presunto tentativo di screditare Cocci, la Procura ha aperto un fascicolo su rimborsi ottenuti da Belgiorno durante il mandato da consigliere, tramite la società “Mi Piace Eventi srl”, suo datore di lavoro nel 2021. Inizialmente si era parlato di oltre 34.000 euro percepiti in modo illecito. La contestazione ufficiale si è però ridimensionata a 1.200 euro riferiti a un periodo di 15 mesi. Anche su questo fronte, Belgiorno ha chiesto di essere ascoltato dai magistrati. 

Poggianti: “Sono sereno, nessuna dimissione”

Coinvolto nell’inchiesta anche Andrea Poggianti, vicepresidente del consiglio comunale di Empoli, indagato per i reati di diffamazione e revenge porn. “Confido nel lavoro della magistratura – ha dichiarato – e non ho alcuna intenzione di dimettermi. Sono indagato, non condannato”.

Poggianti ha riferito di aver già collaborato con gli inquirenti durante 13 ore di perquisizione nelle sue proprietà.

Querele in arrivo

La nota della difesa di Belgiorno si chiude con toni netti: verranno avviate azioni legali contro chi, sui social o sui media, ha danneggiato la reputazione dell’ex consigliere, con commenti giudicati diffamatori. “Il danno subito da Belgiorno e dalla sua famiglia è incommensurabile – conclude Fanti – e altrettanto lo saranno le richieste risarcitorie”.