
Tommaso Cocci, ex capogruppo in consiglio comunale di Fratelli di Italia
Prato, 12 settembre 2025 – Si terranno oggi e lunedì gli interrogatori dei due indagati, accusati di per revenge porn e diffamazione nei confronti di Tommaso Cocci, ex capogruppo in consiglio comunale di Fratelli di Italia: Claudio Belgiorno (assistito dall’avvocato Ugo Fanti) e Andrea Poggianti. Il primo a essere sentito dagli investigatori sarà oggi Poggianti, avvocato e vicepresidente del consiglio comunale di Empoli di centrodestra ed ex FdI.
Lunedì sarà la volta di Belgiorno (ex FdI) che proprio ieri, fra l’altro, ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini sui presunti rimborsi ottenuti nel 2021 come consigliere comunale per, secondo la procura, attività mai svolte. La nuova tegola sulla testa di Belgiorno è esplosa due giorni fa con la perquisizione disposta dal gip a carico suo di di Poggianti. L’accusa è pesantissima. A casa di Belgiorno sarebbe stata trovata una delle lettere anonime inviate in questi mesi ma senza francobolli (come se non fosse mai stata affrancata), nello studio legale di Poggianti a Empoli Digos e guardia di finanza hanno eseguito la copia forense dei dispositivi informatici.
Il sospetto degli investigatori è che le lettere anonime che sono state mandate ai vari esponenti del partito e alla stampa possano essere state confezionate proprio nello studio legale.
Per la procura ci sono una serie di elementi, che sono stati forniti dallo stesso Cocci, che hanno portato a restringere il campo sui due indagati. Gli accertamenti andranno ancora avanti anche per capire come abbiano fatto i due a entrare in possesso delle foto che Cocci ha condiviso su un account social che poi è stato chiuso.
Da una parte una rivalità politica esasperata, dall’altra una “vendetta" personale. Da qui a pensare a una macchinazione tanto machiavellica ce ne vuole. Sarebbe questa l’idea che si sono fatti gli investigatori sul ricatto a luci rosse che ha travolto l’ex capogruppo di Fratelli di Italia in consiglio comunale, Tommaso Cocci, avvocato di 34 anni, finito al centro di uno scandalo a luci rosse che lo ha costretto a ritirarsi dalla corsa elettorale per le regionali del 12 e 13 ottobre. E a mettere sulla strada gli inquirenti è stato lo stesso Cocci che il 4 settembre, in procura, ha riferito alcuni episodi di cui era venuto a conoscenza e che portavano dritti ai due indagati per diffamazione e revenge porn, Claudio Belgiorno (ex Fratelli di Italia, anche lui con l’aspirazione di correre per le regionali prima che deflagrasse la bomba dell’indagine) e Andrea Poggianti, vicepresidente del consiglio comunale di Empoli, di area di destra e fuoriuscito da FdI.
Decisive sarebbero state dunque le dichiarazioni di Cocci. Il politico avrebbe indicato i due senza esitazione in quanto nei mesi passati era venuto a sapere delle loro attività contro di lui. Fu un politico di parte avversa alla sua a dirgli di stare attento a Belgiorno che «aveva espresso l’intenzione di fotografarlo mentre entrava o usciva dalla loggia massonica Sagittario». Loggia di cui Cocci ha ammesso di fare parte da 12 anni e da cui si è messo in sonno nel giugno scorso. Poi una seconda consigliera comunale, sempre di parte avversaria, lo avrebbe avvicinato in un corridoio in Comune confidandogli che circolavano delle sue foto piuttosto compromettenti. Quando Cocci ricevette il primo pacco contattatò subito la consigliera comunale la quale gli disse che Belgiorno le aveva mostrato una sua foto in atteggiamenti sessualmente espliciti con alcuni minori. Immagine che è stata ritenuta un fotomontaggio dallo stesso Cocci.
Il politico ha poi indicato la chat di Telegram che è stata allegata alla lettera (ce ne sono due versioni, una di quattro pagine e una di due), in cui si parla dell’uso di droghe, riconoscendola come una scambiata con Poggianti anche se all’apparenza sembrava anonima. Infine, Cocci ha riferito agli investigatori che aveva saputo da alcuni colleghi di partito che Poggianti stava facendo attività di dossieraggio su alcuni esponenti di FdI da cui era fuoriuscito. Poggianti avrebbe avuto un movente personale nei confronti di Cocci in quanto i due si erano frequentati in passato.
Mentre Belgiorno, con il ricatto, avrebbe potuto fare «fuori» un rivale alle prossime elezioni regionali. Fra le motivazioni ci potrebbe anche essere il fatto che Belgiorno, secondo quanto riferito da Cocci, credeva che lui insieme ad altri colleghi di partito avessero reso pubblica la notizia dell’indagine sui presunti rimborsi spesa che l’ex esponente di Fratelli di Italia avrebbe percepito illecitamente, senza eseguire nessuna attività politica. Gli indizi hanno portato a iscrivere nel registro degli indagati i due che, in qualche modo, si sarebbero messi in contatto orchestrando il piano per rovinare Cocci. La procura ascolterà nelle prossime ore Poggianti e Belgiorno per raccogliere la loro versione. Gli accertamenti, comunque, proseguono per capire se ci sia qualcun altro dietro o se le lettere poi siano finite nelle mani sbagliate e la cosa sia stata ulteriormente ingigantita. Un altro filone è quello che riguarda gli accessi alla loggia Sagittario su cui la procura mantiene il massimo riserbo.