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Belgiorno, i guai non sono finiti. Chiuse le indagini sui rimborsi: per la Procura ha “truffato" il Comune

Il consigliere di Fratelli d’Italia, nei guai per il caso di revenge porn nei confronti di Tommaso Cocci, si sarebbe fatto rimborsare illecitamente dei compensi per riunioni consiliari alle quali non aveva mai partecipato

Il consigliere di Fratelli d'Italia, Claudio Belgiorno

Il consigliere di Fratelli d'Italia, Claudio Belgiorno

Prato, 11 settembre 2025 – Come se non bastasse l’inchiesta per il caso di revenge porn che lo vede coinvolto insieme ad un altro esponente politico per le lettere minatorie inviate a Tommaso Cocci, la Procura di Prato ha comunicato la chiusura delle indagini sui rimborsi ottenuti da Claudio Belgiorno nel periodo a cavallo tra il 2021 e il 2022. L’ipotesi di reato, per l’ufficio diretto dal procuratore Luca Tescaroli, è quella di truffa ai danni del Comune di Prato. 

Secondo la Procura, Belgiorno avrebbe, in qualità di consigliere comunale (durante la giunta Biffoni), indotto in errore l’amministratore unico della Mi Piace Eventi s.r.l., azienda presso la quale era assunto, facendogli credere di avere partecipato alle riunioni del Gruppo Consiliare di Fratelli D’Italia, al quale era iscritto. Queste riunioni sarebbero avvenute una il 7 giugno 2021, quando però Belgiorno si trovava in Sicilia, mentre altre 15 della durata di 2 ore si sarebbero svolte nel mese di agosto quando in realtà i lavori del gruppo consiliare non si erano tenuti.

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Così facendo, il consigliere avrebbe indotto in errore il proprio datore di lavoro, inducendolo a presentare al Comune di Prato una richiesta di rimborso di trentadue ore per attività politica in realtà non eseguita. L’ente locale avrebbe quindi erroneamente versato una somma di circa 1.200 euro, soldi che per la Procura rappresenterebbero un ingiusto profitto per Belgiorno e al tempo stesso un danno per le risorse finanziarie del comune. 

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Il consigliere, sollecitato più volte nei mesi scorsi, aveva sempre confermato l’entità dei rimborsi erogati dal Comune nei mesi durante i quali lavorava per la “Mi piace eventi srl” (per un totale di 810 ore), sottolineando che “tutto quanto percepito (dalla società che lo aveva assunto) è conforme alle ore svolte in quel periodo”, un’attività politica “sempre verificata e verificabile dal Comune di Prato”. Il consigliere aveva ricordato anche di essere stato “il più presente” e che partecipava ai “lavori di due commissioni”.