
Il cartellone della campagna elettorale che viene tolto
I guai non vengono mai da soli. La procura di Prato ha recapitato la chiusura indagini sui presunti rimborsi spesa percepiti illecitamente a Claudio Belgiorno, ex consigliere comunale ed ex esponente di Fratelli di Italia (che aveva intenzione di candidarsi alle elezioni regionali) finito due giorni fa nella bufera per le foto osè recapitate nei mesi scorsi all’ex collega di partito Tommaso Cocci. Insieme a lui, per le lettere ricattatorie, è finito nei guai anche l’avvocato Andrea Poggianti, vicepresidente del consiglio comunale di Empoli di destra e fuoriuscito da Fratelli di Italia. I due rispondono di revenge porn e diffamazione nei confronti di Cocci. Ma, come si sapeva da tempo, sulla testa di Belgiorno pendeva un’altra tegola, l’inchiesta per alcuni rimborsi e gettoni di presenza intascati quando era consigliere comunale sotto la giunta Biffoni. E ieri, dopo il terremoto per l’inchiesta sul revenge porn, la procura ha fatto sapere di aver chiuso anche le indagini, condotte con la guardia di finanza, a carico di Belgiorno per truffa ai danni dello Stato.
I fatti contestati sarebbero avvenuti nel 2021 e riguardano rimborsi per un totale di 1.200 euro "per attività politica mai eseguita", scrive il procuratore Luca Tescaroli. In realtà, l’inchiesta fu aperta con l’ipotesi che i rimborsi farlocchi fossero stati percepiti tra il 2021 e il 2022 dall’allora datore di lavoro dell’ex consigliere, la società "Mi piace eventi srl", per un totale di quasi 35.000 euro, giustificati dalle sue assenze per "motivi istituzionali" (810 ore). La procura ha ora ridimensionato la cifra non trovando, evidentemente, prove su altre ipotesi truffaldine.
L’esponente politico, secondo la procura, avrebbe indotto in errore l’amministratore unico dell’azienda presso la quale era assunto, la "Mi piace eventi", "attestandogli, falsamente, di avere partecipato alle riunioni di gruppo consiliare del partito Fratelli d’Italia, al quale era iscritto, asseritamente avvenute una, della durata di due ore, il 7 giugno 2021, quando in realtà si trovava in vacanza in Sicilia; altre quindici sedute della durata di due ore l’una, avvenute tra il primo e il 31 agosto 2021, quando il gruppo consiliare non si era riunito". Sempre secondo la procura, in questo modo l’ex consigliere avrebbe "indotto in errore il proprio datore di lavoro, così inducendolo a porre in essere degli artifici e raggiri, consistiti nel presentare al Comune di Prato una richiesta di rimborso di trentadue ore per attività politica in realtà mai eseguita, che, per l’effetto, induceva in errore l’ente locale, determinandolo a erogare una somma complessivamente pari a circa 1.200, conseguendo in tal modo un ingiusto profitto di tale importo (venendo retribuito per ore nelle quali non era sul posto di lavoro, né effettuava attività politica) con pari danno per le risorse finanziarie del Comune".
Con la chiusura indagini in mano, adesso Belgiorno potrà chiedere di essere interrogato oppure di potrà presentare una memoria difensiva entro 20 giorni da ieri. Scaduto il termine la procura chiederà il rinvio a giudizio oppure l’archiviazione. Che l’inchiesta fosse in corso si sapeva da tempo e potrebbe essere stata all’origine degli screzi e delle ruggini avuti con il compagno di partito Tommaso Cocci. Supposizioni che solo il diretto interessato potrà chiarire.
Laura Natoli